Troppe tasse in Italia, che assieme alla corruzione e alla evasione fiscale costituiscono il vero freno per la crescita ostacolando la ripresa del Paese dalla crisi economica: è il parere della Corte dei Conti, che ha presentato in Parlamento il “Rapporto 2012” sul coordinamento della finanza pubblica.
Troppe tasse
Già in altre occasioni si è evidenziato come la manovra finanziaria volte a ridurre il bilancio pubblico sia stata studiata pesando quasi per intero sulle tasche dei contribuenti. E secondo la Corte dei Conti la pressione fiscale ha ormai raggiunto livelli tali da mettere il Paese a rischio di “impulsi recessivi” nell’economia reale: nel rapporto si parla di “pericolo di avvitamento”.
“Gli interventi correttivi decisi nell’estate presentano la caratteristica evidente di concentrarsi sulle entrate, a cui è legato il reperimento di oltre due terzi delle maggiori risorse di bilancio”, sottolinea la Corte dei Conti.
E la stessa direzione è stata seguita a dicembre quando il governo Monti “rafforzava le dimensioni dell’intervento correttivo, aggiungendo misure integrative di correzione e confermando il ricorso prevalente alla leva tributaria per l’intero orizzonte programmatico.
La scelta di accentuare la manovra dal lato delle entrate pubbliche risponde, evidentemente, all’esigenza di assicurare il pareggio di bilancio già nel 2013 in un contesto reso più difficile dalla crisi finanziaria e dai rischi circa la sostenibilità del debito dei Paesi europei più esposti. Nei fatti, l’aumento discrezionale della pressione fiscale contrasta la caduta del gettito provocata dalla perdita permanente di prodotto”.
Questa scelta, secondo la Corte, potrebbe causare “impulsi recessivi, del resto riconosciuti e quantificati nello stesso DEF 2012-2015, che una maggiore imposizione trasmette all’economia reale, dunque nel rischio che un ulteriore rallentamento dell’economia allontani il conseguimento degli stessi obiettivi di gettito”.
Focus sulla crescita
Secondo la Corte la ricetta vincente per uscire dalla crisi economica, avviare una reale ripresa e sanare al contempo i conti pubblici, risiede nell’andare ad “incidere sui fattori che bloccano la crescita” e quindi incrementare il PIL, per recuperare solo grazie a questo il gettito mancante. Cruciale è la “dismissione di quote importanti del patrimonio pubblico”.
Lotta all’evasione fiscale
Per il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, il focus va posto sulla lotta all’evasione, elusione ed erosione fiscale affidando a questa «il compito di assicurare margini consistenti per un riequilibrio del sistema di prelievi al fine poter almeno in parte conciliare rigore, equità e crescita».
Per capire quanto pesa l’evasione in Italia basti considerare che secondo l’Agenzia delle Entrate nel 2007-2009 solo l’evasione IVA e quella de IRAP hanno generato “un vuoto di gettito di oltre 46 miliardi l’anno” , si legge nel Rapporto della Corte che comunque sottolinea come il fenomeno sia in diminuzione.