Recessione in Italia: ISTAT, allarme PIL in calo

di Francesca Vinciarelli

15 Maggio 2012 11:45

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PIL in flessione per il terzo trimestre consecutivo: i dati ISTAT sul primo trimestre 2012 confermano la recessione in Italia e fanno il paio con le rilevazioni Bankitalia sul debito pubblico in aumento.

L’Italia è in recessione, ormai è ufficiale: i dati ISTAT relativi al primo trimestre 2012 evidenziano un valore del PIL (prodotto interno lordo) in calo (-0,8% sul trimestre precedente e -1,3% su base annua, ovvero sullo stesso periodo del 2011).

È il trimestre peggiore dal 2009, quando il calo nei primi tre mesi rispetto al trimestre precedente e del 4° trimestre su base annua furono entrambi del -3,5%.

Da notare che il primo trimestre di quest’anno, rispetto ad entrambi gli altri due periodi considerati, ha avuto due giorni lavorativi in più.

I dati congiunturali sono il risultato di una estrema difficoltà riscontrata da imprese dell’industria e del settore dei servizi, mentre va meglio per l’agricoltura.

Dopo le rilevazioni di Bankitalia e l’allarme di Federconsumatori sul debito pubblico in aumento nel 2012 invece che in calo, i dati ISTAT sul PIL confermano che le misure messe in campo dalla squadra di Mario Monti non hanno portato agli esiti auspicati per il Paese, che si sta incagliando sempre di più in quella crisi economica che da troppo tempo attanaglia imprese e famiglie.

In Italia è il terzo trimestre consecutivo in cui l’Istat rileva un dato congiunturale dell’economia negativo: nel terzo trimestre 2011 il PIL si contraeva del -0,2% e nel quarto trimestre del -0,7%. E per quanto riguarda le stime di quest’anno, la crescita acquisita per il 2012, conclude l’Istat, è pari a -1,3%.

Si tratta di valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, precisa l’ISTAT, ma che rivelano una profonda sofferenza del Paese ormai in recessione.

Diversamente accade oltreoceano, negli USA infatti il PIL è tornato a crescere: il risultato congiunturale è del +0,5%, mentre in termini tendenziali si è registrato un +0,2%.