Sul ritardo nei pagamenti dalla PA, anche Confindustria e Confartigianato hanno lanciato ciascuna un appello al Governo, chiedendo misure anti-crisi immediate in favore delle imprese e soprattutto delle PMI: lo sblocco dei crediti alle imprese da parte della Pubblica Amministrazione è prioritario, e sono quindi necessari i famosi “meccanismi tecnici” che consentano di risolvere il problema in maniera strutturale.
A dirlo è il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che auspica un rapido riscontro dall’operato del ministro dello Sviluppo Corrado Passera sulla definizione di decreti per consentire la certificazione dei crediti.
Lo sblocco dei crediti coinvolgerebbe 70 miliardi di cui 17 riguardanti l’Amministrazione centrale dello Stato, in attesa di affrontare in Europa la questione.
Sulla stessa linea Andrea De Simone, Segretario provinciale di Confartigianato, che sottolinea lo stato critico degli imprenditori «strozzati tra le prossime scadenze fiscali (i pagamenti di IMU, IRPEF e IRES) e la stretta ormai conclamata sul credito».
Si deve intervenire per anticipare il recepimento della direttiva europea per consentire la compensazione tra debiti fiscali e crediti delle imprese nei confronti dello Stato. La proposta è quella di non passare per la certificazione dei crediti, ma compensarli direttamente con una “iniezione di liquidità”.
In ultima analisi – conclude Confartigianato – è anche necessario un allineamento con le altre realtà europee in termini di tempi medi di pagamento, attestandosi a 30-60 giorni rispetto agli attuali 180.