Le politiche economiche europee si stanno concentrando sulla crescita (argomento caro alle imprese) con un’intensa attività diplomatica, con titoli di giornale che sembrano riportare le lancette della Storia indietro di 50 anni: c’è un piano per la crescita prontamente ribattezzato “piano Marshall” e c’è persino un nuovo asse Roma-Berlino.
Con delle differenze di fondo:
- Il nuovo Piano Marshall questa volta è tutto europeo in quanto a origine dei finanziamenti, e prevede di sostenere la crescita economica nei paesi UE in recessione con investimenti pubblici e privati.
- Il nuovo asse Roma Berlino questa volta è lontano dal prefigurare venti di guerra, e mira a sancire una nuova centralità dell’Italia nelle politiche europee con il premier Mario Monti al fianco della cancelliera tedesca Angela Merkel.
Entrambi perseguono l’equilibrio tra rigore e crescita, il nuovo imperativo di una Europa che, per uscire dalla crisi, ha bisogno di rilanciare la competitività delle imprese e di presentarsi come soggetto politico ed economico di primissimo piano nel panorama economico internazionale del nuovo millennio.
Si tratta, secondo le anticipazioni, di una sorta di piano segreto (ormai sempre meno segreto) messo a punto dai governi di Roma e Berlino per ratificare, con perfetto sincronismo, il Fiscal Compact Europeo e il Fondo Salva Stati: i due parlamenti italiano e tedesco approverebbero i due provvedimenti nello stesso giorno.
In entrambi i casi, fra l’altro, sostenuti da una larga e trasversale maggioranza, definibile di “unità nazionale”, simbolo del rinnovato vigore con cui l’Europa punta ad uscire dalla crisi.
Il presidente della Commissione Esteri del Senato, Lamberto Dini, ha già dichiarato che è «tutto vero», il piano Monti-Merkel esiste e prevede una forte collaborazione fra il parlamento italiano e il Bundestag tedesco, collaborazione che verrà “fotografata” dalla presenza «di un piccolo numero di nostri parlamentari al Bundestag durante l’approvazione del provvedimento» e viceversa dalla «presenza di parlamentari tedeschi nel nostro Parlamento durante la seconda lettura».
Bisogna vedere quali saranno i tempi (qualche settimana come dicono i più ottimisti, qualche mese secondo la linea della prudenza) di un’operazione più che altro di marketing politico, che serve a dare un forte segnale della volontà europea di non rigettare le politiche del rigore fortemente sostenute in questi ultimi anni da Frau Merkel inserendole però in un nuovo percorso di crescita di cui lo sponsor principale è l’Italia di Mario Monti.
Sullo sfondo, la Francia e le elezioni presidenziali: il candidato socialista Francois Hollande, in testa dopo il primo turno e favorito nella corsa all’Eliseo rispetto al presidente Nicolas Sarkozy, punta su una svolta anche nelle politiche anti-crisi caratterizzate da quel tandem Merel-Sarkozy ormai al tramonto.
La Germania tenta quindi di giocare d’anticipo, e in questo contesto si gioca la nuova centralità italiana.