Spending review, ovvero come (e quanto) risparmiare sulla spesa pubblica: la priorità del Governo è tagliare i 4 miliardi necessari a non far scattare a ottobre l’aumento IVA previsto dalla clausola di salvaguardia della manovra finanziaria Monti di fine 2011 (il Salva Italia).
Il programma di tagli ai costi della PA approda in Consiglio dei Ministri, convocato per discutere della spending review messa a punto dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda.
E’ possibile che il capitolo spending review venga distribuito nel tempo:
- una prima ondata di tagli da decidere subito con un provvedimento operativo entro l’estate (per ottenere i fondi volti ad evitare l’aumento IVA dal 21% al 23% e dal 10 al 12%)
- una seconda fase da inserire nella prossima Legge di Stabilità, che dispieghi i suoi effetti sui conti dei prossimi anni (e magari serva a ridurre la pressione fiscale da record).
Nel frattempo, verrà con ogni probabilità formata una task force che aiuti il Governo a identificare, ministero per ministero, sprechi e tagli.
La scorsa settimana il testo della risoluzione di maggioranza sul DEF votata alla Camera indicava esplicitamente l’esigenza di dedicare «le risorse rinvenienti dalla spending review e dall’azione di contrasto dell’evasione e dell’elusione fiscale», alla «riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente e da impresa, ridefinendo, nell’ambito della riforma fiscale, un nuovo patto fra fisco e contribuenti».
La spending review si pone infatti come obiettivo in primis quello di reperire risorse atte ad assicurare il pareggio di bilancio nel 2013 (necessario per rispettare il fiscal compact europeo), poi quello di evitare l’aumenti IVA e infine quello di ridurre le tasse.
Se però sembra ci sia l’impegno a evitare da subito l’aumento IVA, per le risorse da destinare all’abbattimento delle tasse su lavoro e imprese e alla crescita è possibile che si debba attendere dopo l’estate.
La posizione della BCE e dei partiti
Nel dibattito si inserisce anche la BCE, che nel suo rapporto ha espresso apprezzamento per l’ipotesi di accorpamento delle Province finalizzato ad un sostanzioso risparmio sulla spesa pubblica e che si fa sempre più concreto.
La BCE ha fatto sapere di seguire la vicenda con «grande attenzione» esprimendosi favorevolmente all’accorpamento delle Province, una misura che in realtà Francoforte caldeggia da tempo e su cui il Governo ha fatto un primo passo con il Salva Italia, che in realtà prevede una sorta di riorganizzazione delle competenze delle Province (quindi, un notevole snellimento, con funzioni molto diverse dalle attuali, ma non la cancellazione).
Province a parte, il dibattito politico è molto caldo: sulla questione i partiti politici sono divisi, sia su quali tagli apportare sia su come destinare le risorse reperite. Il Pd è nettamente sfavorevole a eventuali tagli all’istruzione e il Pdl non vede invece di buon occhio i tagli alla Difesa e alla sicurezza.
Non resta che attendere il rapporto Giarda “Elementi per una revisione della spesa” (questo il titolo del documento in CdM): secondo le anticipazioni, riguarderà risparmi relativi a cinque ministeri: Interni, Giustizia, Difesa, Istruzione, Esteri.