I segnali di crisi in Italia e in Europa si moltiplicano: la fiducia delle imprese italiane misurata dall’ISTAT crolla ai minimi dall’ottobre del 2009, l’indice di fiducia di consumatori e imprese (indicatore Esi) evidenzia un calo in tutta Eurolandia, con l’Italia che segna il poco felice primato della flessione peggiore (da noi pesa il drastico calo delle fiducia dei consumatori, ma anche gli indicatori relativi alle imprese sono tutti negativi) ed anche l’indice europeo business climate indicator segna una riduzione in aprile.
Vediamo le varie cifre nel dettaglio.
Fiducia imprese in Italia
L’indice ISTAT relativo alla fiducia delle imprese manifatturiere in aprile scende a quota 89,5 rispetto ai 91,1 punti di marzo: è il livello peggiore dall’ottobre del 2009. I giudizi su scorte e ordini sono sostanzialmente invariati rispetto a marzo; a pesare sul dato di aprile sono soprattutto le attese di produzione.
Per quanto riguarda la capacità produttiva, il grado di utilizzo degli impianti nell’intero primo trimestre 2012 è sceso al 70% contro il 70,5% del quarto trimestre 2011. La durata della produzione assicurata sulla base dell’attuale portafoglio ordini scende da 3,1 a 3 mesi.
Sempre nell’intero primo trimestre, la quota di operatori che segnala la presenza di ostacoli all’attività produttiva sale dal 44% al 52%. In particolare aumentano le segnalazioni su due ostacoli: insufficienza della domanda e vincoli finanziari.
L’unico dato positivo misurato dall’Istat riguarda la fiducia delle imprese di costruzioni, che invece in aprile sale a 82,9 dal precedente 81,8 di marzo.
Anche l’indicatore della Commissione (Ise) misura una flessione della fiducia delle imprese manifatturiere italiane in aprile: l’Italia si porta a -14,7 (da -11,8 di marzo), uno dei dati peggior d’Europa. Fra l’altro, fra i pochi paesi che hanno un incide più basso del nostro, alcuni come la Grecia e il Portogallo segnano in realtà un lieve miglioramento rispetto a marzo.
Fiducia imprese in Europa
Ma il clima delle imprese manifatturiere è solo una delle parti in cui si compone l‘indice Esi europeo, che in aprile fra i partner dell’Euro scende a quota 92,8, perdendo 1,7 punti rispetto a marzo e azzerando, di fatto, i rialzi del primo trimestre 2012 (è tornato allo stesso livello di dicembre).
L’Italia non solo era e resta su livelli inferiori alle media dell’Eurozona, ma segna anche un calo ben più drastico perdendo 5,7 punti rispetto a marzo e portandosi, in aprile, a 83,1.
Anche i dati europei confermano un leggero miglioramento della fiducia nel settore delle costruzioni (rispetto a marzo), mentre il dato che pesa maggiormente sull’indice è il calo della fiducia dei consumatori, -36,3 (da -29,3 di marzo).
Nell’intera UE la fiducia di consumatori e imprese è invece stabile rispetto a marzo, soprattutto grazie all’aumento a quota 95,7 della Gran Bretagna (da 91,5 di marzo).
Infine, la fiducia nella capacità di business (Business climate indicator), sempre ad aprile, nell’Eurozona è sceso a -0,52 dal -0,28 di marzo. Qui a pesare sono in particolare le prospettive sull’Export, le attese sulla produzione e il portafoglio ordini.