Rapporto Ocse su PMI: fallimenti, prestiti e Venture Capital

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 20 Aprile 2012
Aggiornato 9 Dicembre 2021 09:36

logo PMI+ logo PMI+
Rapporto Ocse 2012 sul finanziamento delle piccole e medie imprese: crescono i fallimenti, in crisi l'accesso al credito e gli investimenti in Venture Capital nelle PMI.

Crescono in Italia i fallimenti delle PMI, a dirlo è il Rapporto 2012 dell’Ocse sul finanziamento delle piccole e medie imprese. Più in particolare i fallimenti delle PMI in Italia sono passati dagli 11,2 ogni 10 mila imprese del 2007 ai 20,3 del 2010.

L’anno peggiore, a livello dei Paesi Ocse, sembra essere stato il 2009, tranne per Canada, Corea e Portogallo. Mentre «nel 2010 le bancarotte hanno continuato ad aumentare in Danimarca, Ungheria, Italia, Slovacchia e Svizzera. Hanno invece continuato a diminuire in Finlandia, Francia, Olanda, Svezia e Regno Unito, sebbene rimangano ancora superiori ai livelli del 2007» si legge nel rapporto Ocse.

Prestiti alle PMI

Sul fronte dell’accesso al credito, poco è quello che viene concesso alle PMI, rapportato a quello concesso al totale dell’economia, nonostante a queste venga riconosciuto di essere la spina dorsale dell’economia italiana.

In Italia infatti nel 2010 i prestiti concessi alle PMI rappresentavano il 19% del totale dei prestiti concessi alle imprese, contro il 26% della Francia, il 29% degli USA ed il 77% del Portogallo.

In generale la distribuzione dei prestiti bancari all’economia italiana nel 2010 ha visto andare il 40% alle grandi imprese, il 26% al credito al consumo, il 14% al settore pubblico, il 9,6% alle istituzioni finanziarie)e il 10% alle PMI.

Risultato probabilmente dovuto al fatto che «le PMI hanno affrontato condizioni nei prestiti più severe rispetto alle grandi aziende, sotto forma di maggiori tassi di interesse, minore durata e con l’aumento delle garanzie richieste».

È anche vero che i prestiti alle PMI sono cresciuti, passando dal 2,2% del 2008 al 6,6% del 2010, mentre in Finlandia, Nuova Zelanda, Portogallo, Slovenia, Regno Unito e Svezia sono state rilevate diminuzioni.

Venture Capital

Sul fronte degli investimenti che «l’Italia è il fanalino di coda nel Venture Capital, è un fatto», ha affermato Sergio Arzeni, direttore del centro per l’imprenditoria, le PMI e lo sviluppo locale dell’Ocse, commentando il rapporto. In Italia infatti l’ammontare degli investimenti in Venture Capital è passato dai 911 milioni di euro del 2008 ai 466,6 milioni del 2009 per poi risalire a quota 672,2 milioni nel 2010.