Novità per le imprese del Turismo e per quelle che vogliono crescere sui mercati esteri tramite attività di internazionalizzazione: oltre alla delega fiscale, il Consiglio dei Ministri del 16 aprile ha esaminato e approvato un provvedimento che prevede la riforma dell’ENIT (Agenzia nazionale per il Turismo) , in stretta correlazione con quella già avviata per l’ICE (Istituto per il Commercio Estero).
L’idea presentata dai ministri Corrado Passera (Sviluppo Economico), Giulio Terzi di Sant’Agata (Affari Esteri), Piero Gnudi (Turismo) e Filippo Patroni Griffi (Semplificazione) è di replicare anche per l’ENIT quanto già fatto con la riforma dell’ICE (ora Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane).
Il Ddl del Governo prevede di razionalizzare l’organizzazione del personale e contenere le risorse finanziarie e strumentali all’estero dell’Agenzia attraverso una integrazione con le reti diplomatiche all’estero, riutilizzando «le stesse misure di ottimizzazione della governance già sperimentate con la recente riforma dell’ICE».
L’obiettivo, si legge nel comunicato del CdM è di «favorire l’immagine unitaria dell’offerta turistica nazionale e la sua commercializzazione mediante una rete estera di 25 strutture».
Più in particolare, spiega Palazzo Chigi, per la revisione della dotazione organica verranno riutilizzate risorse umane, strumentali e finanziarie già esistenti senza aggiungere quindi maggiori oneri a carico dello Stato.
Il CdM ha inoltre stabilito «la partecipazione alla cabina di regia dell’ex ICE al Ministro con delega al Turismo e al Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, nonché al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e al Presidente dell’Alleanza delle cooperative italiane». Mentre invece un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri parteciperà al Consiglio di amministrazione ENIT.
La proposta di spostare le sedi ENIT all’interno delle ambasciate non piace al responsabile Turismo del Partito Democratico, Armando Cirillo: «si tratta di una soluzione che rinnega la funzione che devono svolgere le sedi dell’ENIT, ossia quelle di vetrine del nostro turismo all’estero».
I risparmi sono troppo modesti, «il gioco non vale la candela ma che è addirittura penalizzante», spiega Cirillo, «l’ENIT deve essere uno strumento agile, di rappresentanza, e la sede di un’ambasciata non consente di avere la necessaria autonomia operativa».
E nella speranza che «sia possibile trovare una soluzione che risponda realmente alle reali esigenze di promozione del nostro turismo» Cirillo propone di aprire un confronto con il Governo sul futuro dell’ENIT «che tenga conto della proposta di legge da noi presentata da tempo in Parlamento per trasformare l’ENIT in società per azioni a maggioranza pubblica».