L’emendamento al Decreto Liberalizzazioni che cancella le commissioni bancarie (articolo 27 bis) continua a far discutere, nonostante il dietro front del governo Monti che, dopo le polemiche dell’ABI, ha promesso una contromisura ad hoc nel Decreto Semplificazioni o più probabilmente nel Decreto Fiscale.
Non è infatti possibile intervenire sul Dl Liberalizzazioni perché la legge di conversione del decreto dovrebbe entrare in vigore tra dieci giorni circa.
L’emendamento stabilisce l’annullamento di «tutte le clausole che prevedano commissioni a favore delle banche a fronte della concessione della loro messa a disposizione, del loro mantenimento in essere, del loro utilizzo anche oltre il limite del fido».
Una delle soluzioni pensate dal Governo prevede l’aggiunta di una condizione: «solo nel caso in cui le banche non abbiano rispettato le norme sulla trasparenza» emanate dal Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr).
In seguito all’approvazione dell’emendamento al decreto liberalizzazioni che prevedeva l’azzeramento delle commissioni bancarie, per protesta, i vertici ABI avevano presentato le proprie dimissioni ma ora, dopo gli incontri tra i vertici ABI e le forze politiche il vicepresidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli torna a parlare di commissioni bancarie, dichiarando che «si intravedono possibili soluzioni».
Per il presidente ABI Giuseppe Mussari la soluzione è ricondurre la norma sulle commissioni bancarie «alla sua dimensione di sanzione e non di divieto», perché questa «colpisce in egual misura sia noi che il credito».
Di fatto, più si riapre il mercato obbligazionario «più sarà possibile fare credito»
Mussari ha chiesto «un incontro con il Governo e le varie istituzioni che hanno a che fare con le banche». Intanto però le dimissioni del comitato di presidenza dell’Associazione Bancari rimangono, vengono solo congelate in attesa dei prossimi eventi.
Dalla parte dei bancari anche il sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, il quale ha dichiarato che la norma sulle commissioni bancarie è stata «votata dal Parlamento. Il parere del Governo era contrario. Se il Parlamento ritiene di modificarla noi siamo ben lieti di farla», ma anche chiarito che per ora «non ci sono novità da parte del Governo».