La manovra finanziaria del precedente Governo aveva disposto la soppressione dell’ICE, Agenzia per la promozione all’estero, poi il decreto “Salva Italia” ha previsto la costituzione dell’ICE/Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Ma dall’inizio dello scorso dicembre ad oggi ancora non se ne hanno notizie.
Eppure il Ministro per lo Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera aveva dichiarato che la nuova ICE sarebbe stata operativa entro fine marzo, guidata da Riccardo Monti, per sostituire «il vecchio Istituto per il commercio con l’estero» e non lasciare le imprese che vogliono crescere sui mercati esteri senza un riferimento.
Mancano i decreti attuativi che devono essere emanati congiuntamente da Ministro dello sviluppo economico e Ministro degli affari esteri per definire le iniziative di promozione e internazionalizzazione da realizzare in attesa che il nuovo organismo diventi realmente operativo.
Mancano poi anche statuto, regolamento di amministrazione e contabilità, regolamenti del personale e organigramma, convenzioni per regolamentare la presenza estera e molti altri gli atti costitutivi fondamentali.
Ma ancora più grave manca il Consiglio di Amministrazione deputato a deliberare questi atti, sottoponendoli poi alla definitiva approvazione esterna.
Considerando che per legge devono passare 90 giorni per l’approvazione dello statuto e 60 giorni per i regolamenti interni, appare improbabile che la nuova ICE possa partire realmente entro fine mese.
Mentre il vecchio ICE è ancora in piedi, ovvero ci sono ancora attività che vengono realizzate nel vecchio ufficio dal personale del vecchio Istituto, con i soldi rimasti e in esaurimento.
Prendendo atto della situazione il Coordinamento Nazionale FLP MISE – ex ICE ha presentato una «diffida a non procedere al trasferimento del personale prima che l’Agenzia sia in grado di funzionare, di pagare stipendi ed altri emolumenti in base ad un trattamento economico certo e preventivamente definito in Italia e all’estero e di garantire il regolare adempimento dei contratti in essere».