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Edilizia in crisi: tutte le richieste sul tavolo

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 6 Marzo 2012
Aggiornato 15 Ottobre 2012 08:57

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Le imprese edili presentano la propria ricetta per uscire dalla crisi in 11 punti su pensioni, ammortizzatori sociali, lotta alla criminalità e al lavoro nero, caporalato, incentivi, contratti e innovazione.

Le imprese dell’Edilizia si sono unite e hanno manifestato le proprie richieste al Governo per uscire dalla grave crisi del settore, formalizzando delle proposte concrete: unite su questo fronte anche le sigle sindacali di categoria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che chiedono con urgenza un tavolo di confronto.

La situazione delle imprese edili e del settore Costruzioni è infatti grave: oltre 300mila lavoratori hanno perso il posto di lavoro per colpa della crisi e Susanna Camusso della Cgil insiste: «se non riparte il settore delle Costruzioni non riparte la crescita». Un punto sul quale concordano anche Raffale Bonanni e Luigi Angeletti leader rispettivamente di Cisl e Uil.

In totale sono 11 i punti sui quali bisognerebbe agire per far ripartire l’Edilizia e quindi l’economia, tra cui spiccano le seguenti richieste.

Previdenza e ammortizzatori

Pensioni: nel sistema previdenziale italiano bisognerebbe inserire maggiori tutele per i lavoratori del settore edilizio soprattutto in caso di lavori usuranti.

Ammortizzatori sociali: anche su questo fronte servono maggiori tutele con un processo integrato che coinvolga ammortizzatori sociali, formazione e collocamento al lavoro.

Criminalità e irregolarità

Tra le problematiche più evidenti per il settore edilizio ci sono l’illegalità diffusa e la presenza della criminalità organizzata nel sistema degli appalti. Le imprese chiedono quindi maggiore trasparenza, regolarità e un contrasto più efficace contro l’infiltrazione criminale.

Tra le idee messe sul piatto la Patente a punti per le imprese edili, il DURC (Documento unico di regolarità contributiva) per congruità, l’abolizione del sistema del massimo ribasso e la revisione del sistema degli appalti.

Serve poi un giro di vite contro il caporalato che preveda sanzioni per le imprese che alimentano l’irregolarità del mercato del lavoro ma anche maggiori tutele per i lavoratori che denunciano e una revisione delle norme sull’immigrazione.

Ritardo nei pagamenti dalla PA

Come molte Pmi in Italia, anche le imprese edili subiscono l’annoso problema del ritardo nei pagamenti dalla Pubblica Amministrazione e questo è un altro punto sul quale il Governo dovrebbe agire con urgenza.

Incentivi

Sindacati e imprese chiedono inoltre disponibilità immediata per i fondi stanziati dal Cipe; l’avvio di un piano straordinario per il Mezzogiorno che vada a colmare le obiettive carenze infrastrutturali con opere ferroviarie interregionali; la messa in sicurezza del territorio contro il rischio sismico ed idrogeologico.

Tra le misure per il rilancio dell’edilizia viene proposto lo sblocco selettivo del Patto di Stabilità a favore delle piccole opere e piani di recupero: del patrimonio edilizio pubblico, urbano e dei beni culturali.

Ma anche maggiori incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici, con una sorta di politica della «rottamazione programmata e generalizzata degli edifici».

Contratti

Prioritaria in Italia anche la firma dei contratti di II livello che vede centinaia di migliaia di lavoratori ancora in attesa.

Innovazione

Infine servono politiche industriali a favore dell’innovazione dei prodotti e dei processi mirate ad incrementare la competitività delle imprese, promuovendo l’aggregazione in reti di imprese e l’internazionalizzazione.