Firmato durante il vertice europeo di questi giorni il “Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria” volto a “rafforzare la disciplina di bilancio attraverso un fiscal compact, il coordinamento delle politiche economiche e a migliorare la governance dell’eurozona”.
In sostanza si vogliono introdurre delle norme per tenere sotto controllo deficit e debiti pubblici, garantendo stabilità finanziaria alla zona euro e dando impulso alla crescita economica e all’occupazione nel vecchio continente. Ad aderire sono stati i leader di 25 Paesi, ad esclusione di Gran Bretagna e Repubblica Ceca.
Il Trattato entrerà in vigore dal 1° gennaio del 2013 e da quel momento i Paesi Ue aderenti dovranno mantenere il proprio deficit al di sotto dello 0,5% rispetto al Pil, impegnandosi a rispettare questo vincolo con una legge costituzionale.
A vigilare sulla corretta trasposizione e applicazione della norma sarà la Corte di giustizia UE, pena sanzioni pari allo 0,1% del Pil, multe che saranno praticamente semiautomatiche nel caso in cui il deficit superi la soglia del 3%.
La Commissione UE da parte sua stilerà una serie di raccomandazioni che gli Stati Membri dovranno approvare o bloccare mediante voto a maggioranza qualificata rovesciata.
Nel caso in cui il debito superi la soglia del 60% e il ritmo medio di riduzione dovrà essere pari a un ventesimo all’anno, ma è ancora da chiarire se anche su questo punto scatteranno le sanzioni semiautomatiche.
Soddisfazione è per la firma del fiscal compact, o patto di bilancio, è stata espressa su più fronti, a partire dal presidente UE Herman Van Rompuy, che ora si aspetta «al più presto la ratifica a livello nazionale, vuoi da parte dei parlamenti vuoi attraverso referendum».
Parere favorevole anche da parte del premier italiano Mario Monti perché «è un buon segno parlare di temi diversi dalla crisi finanziaria», ha dichiarato ricordando che erano due anni che in un vertice UE non si parlava d’altro. Stessa linea di pensiero per il presidente francese Nicolas Sarkozy: «abbiamo girato la pagina della crisi finanziaria».
Positiva anche l’opinione della Cancelliera tedesca Angela Merkel che aveva fortemente voluto il fiscal compact: «penso che sia un segnale forte che stiamo imparando le lezioni della crisi, che abbiamo compreso i segnali e che stiamo scommettendo sul futuro di un’Europa politicamente unita», ha dichiarato.
Merkel però a differenza di Monti e Sarkozy non pensa che la crisi economica sia ormai alle spalle, «la situazione resta molto fragile, non siamo ancora fuori dal tunnel, ci sono ancora molti passi da fare, è sbagliato dire che la situazione non è più allarmante». Anche se l’operazione della Bce per restituire liquidità all’Eurozona ha dato i suoi frutti, «ma non dobbiamo pensare che abbia mandato via tutti i problemi», anzi «bisogna evitare che si trasformi in una bolla di liquidità».