Come previsto il Senato ha votato la fiducia sul maxiemendamento al decreto liberalizzazioni. Il testo passato con 237 voti favorevoli, 33 contrari e 2 astenuti è quello approvato dalla Commissione Industria. E ora il decreto liberalizzazioni è atteso dall’esame della Camera.
Per la relatrice Simona Vicari «il Senato ha vigilato, era stato fatto un lavoro eccezionale in commissione ed era giusto che valesse quel testo approvato nonostante il pressing di queste ore, specie delle banche».
E proprio dalle banche arrivano le proteste più pungenti, con riferimento alla misura che prevede l’eliminazione delle commissioni bancarie su linee di credito, affidamenti e scoperti.
Emendamento al decreto liberalizzazioni che proprio non va giù al comitato di presidenza dell’Abi, tanto da dimettersi per protesta contro la cancellazione di tutte le clausole che prevedano commissioni a favore delle banche per le linee di credito concesse, o meglio «a fronte della concessione della loro messa a disposizione, del loro mantenimento in essere, del loro utilizzo anche oltre il limite del fido».
A spiegare la reazione dell’Abi è il presidente, Giuseppe Mussari: la norma sulle clausole delle commissioni per le linee di credito concesse dalle banche rischia di allontanare gli impieghi delle banche straniere in Italia.
Per Mussari si tratta dall’ennesimo attacco contro le banche e, a fronte di questa «goccia che ha fatto traboccare il vaso», Mussari ha minacciato il Governo di dare il via ad una completa revisione del sistema del credito a imprese e famiglie se tale misura non verrà cancellata.
Immediata la risposta del relatore al decreto legge liberalizzazioni, Filippo Bubbico, che prova a calmare le acque e annuncia la revisione della norma con il prossimo decreto semplificazioni: «il governo non ha voluto cambiare nulla del testo uscito dalla commissione Industria del Senato, ma so della volontà dell’Esecutivo di trovare una soluzione nel decreto legge sulle semplificazioni all’esame della Camera».