La manovra finanziaria Monti è stata fatta e non ci saranno nuovi interventi legislativi di correzione, oltre alle misure introdotte dal Decreto Salva Italia, nonostante la conferma dell’allarme recessione per l’Italia nel 2012 arrivato dalla Commissione Europea.
La previsione sulla recessione in Italia pubblicata dalla Commissione europea, che porta la flessione del PIL italiano all’1,3% durante l’anno «non è una sorpresa» per il premier Monti che conferma «l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013» grazie anche alle norme della manovra finanziaria di dicembre, senza la necessità di una nuova manovra. Mentre è stata una sorpresa piacevole il dato sulla fiducia dei consumatori di febbraio.
Mario Monti ne ha parlato nel corso di una conferenza stampa a Roma alla quale era presente anche il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy.
Nessuna manovra correttiva
La motivazione per cui la manovra finanziaria di dicembre non ha bisogno di correttivi è che il governo Monti ha costruito con questa dei «margini prudenziali». Allo stesso modo il premier afferma con decisione che, a fronte dei numeri diffusi da Bruxelles, non cambieranno le politiche strutturali per la crescita.
Ancora una volta Monti sottolinea che i decreti Salva Italia e Cresci Italia con le liberalizzazioni sono tutto quello che serve al nostro Paese per superare la crisi economica. «Non vediamo ragioni per iniettare ulteriori elementi per favorire la crescita» ha dichiarato il Presidente del Consiglio.
Liberalizzazioni
Monti si è dimostrato fermo e deciso anche sul tema delle liberalizzazioni «ci saranno modifiche che possiamo accogliere, e non tutte sono un arretramento, e altre che non accoglieremo». Più in particolare verranno accolte solo le modifiche “migliorative”. Questo non significa tornare sui propri passi, ma essere aperti al dialogo con il Parlamento e questo «è doveroso», sottolinea Monti.
In ogni caso l’attuale Governo punta «molto sulle liberalizzazioni per liberare il potenziale crescita economica italiana» perché «sono giuste e avranno i loro effetti».
Riforma del lavoro
Riferendosi tanto alle liberalizzazioni quanto alla riforma del lavoro, i due cantieri ancora aperti, Monti ha dichiarato che il Governo ha «chiesto sacrifici di modernizzazione e disponibilità a modificare comportamenti acquisiti da una parte e dall’altra» e che «sulle riforme è nostra responsabilità far prevalere l’interesse generale e quindi ottenere un bilanciamento dei sacrifici, ma che renda il Paese veramente competitivo».
Il premier ha poi commentato favorevolmente la riduzione dei tassi di interesse sul debito anche se non procede «velocemente come vorremmo».