Gli eurodeputati italiani hanno rivolto un appello alla Commissione Europea con l’obiettivo rilanciare l’economia e salvare le piccole e medie imprese dal rischio della stretta creditizia: le misure prescritte da Basilea 3 – ovvero l’innalzamento dei requisiti minimi e della qualità del capitale degli istituti di credito – rischiano di avere un impatto sull’erogazione del credito innescando un ”credit crunch” verso le Pmi.
I rappresentanti italiani chiedono pertanto di «verificare se la decisione dell’Autorità bancaria europea di anticipare Basilea 3 per il rafforzamento dei requisiti patrimoniali a giugno 2012 sia stata adottata tenendo conto delle conseguenze pro-cicliche e degli effetti sul finanziamento dell’economia reale e se sia stato tenuto in considerazione il tessuto economico italiano, costituito in larga parte di piccole e medie imprese con dimensioni medie inferiori a livello UE, quindi maggiormente dipendenti dal credito bancario e più penalizzate dall’introduzione dei nuovi capital ratios».
La difficoltà di accesso al credito – affermano quindi gli eurodeputati nell’appello bipartisan – è particolarmente gravosa per le imprese italiane e necessita un intervento a livello europeo.
La richiesta è assolutamente in linea con le recenti dichiarazioni del presidente dell’ABI Giuseppe Mussari, che valuta «l’opportunità di ricorrere presso la corte di giustizia europea» ed attraverso l’intervento della Banca d’Italia e del Governo, la predisposizione di «una modifica della decisione del consiglio europeo quanto alla metodologia sottostante alla raccomandazione EBA o almeno a un differimento della data prevista».
Forti le critiche dell’ABI, quindi, che evidenzia come il recupero della redditività delle banche sia determinante per proseguire nel sostegno all’accesso al credito delle imprese.
Le banche italiane – spiega Mussari – sono «emerse come affidabili e solide», ma se prosegue la proposta attuale di Basilea 3 sarebbe inevitabile la restrizione di credito verso le Pmi».