Duro il colpo per le aziende del Turismo con l’entrata in vigore della manovra finanziaria Monti: tra l’introduzione dell’IMU e l’aumento dell’IVA i rincari per le imprese del settori sono stati quantificati in 600 milioni di euro.
A rivelare il peso di IMU e IVA nel 2012 per le aziende del Turismo è il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, sulla base dei dati elaborati dal Centro studi della Federazione.
Ma non è tutto, a questa cifra vanno aggiunte le concessioni demaniali, oltre alla spada di Damocle del’imposta di soggiorno «che a macchia di leopardo e senza una quantificazione omogenea finirà inevitabilmente col creare forme di disparità tariffaria e di concorrenza sleale tra località limitrofe ed a medesima offerta turistica».
Solo sugli agriturismi, l’IMU avrà un peso di quasi 2mila euro per ogni azienda.
Molte aziende agricole, tra l’altro, si trovano infatti a dover pagare l’IMU per i terreni, per i fabbricati rurali e per i beni strumentali all’attività agricola.
Una stima drammatica, a cui però fa da contrappeso il bilancio positivo per le aziende del Turismo emerso dai dati del 2011 sempre di Federalberghi, quando si è registrato un incremento del +2,3% delle presenze turistiche determinate. Un dato frutto del +0,3% degli Italiani e di un consistente +5,3% degli stranieri.
«Il comparto alberghiero italiano chiude il 2011 con risultati completamente in controtendenza rispetto all’andamento mondiale dell’economia.
Competitività confermata peraltro dall’Istat che indica come ad una inflazione 2011 al 2,8% gli alberghi abbiano contribuito aumentando le tariffe solo del +1,8%». Così ha commentato i risultati dello scorso anno il presidente Bocca.
Bene anche l’occupazione nel settore del Turismo, nel 2011: il saldo a fine anno tra lavoratori a tempo indeterminato ed a tempo determinato è stato solo del -0,3%.