La crescita economica italiana passa per il sostegno alle piccole e medie imprese, fulcro del tessuto produttivo del Paese, per uscire dalla crisi: parte da questo assunto la ricetta per il rilancio dell’Italia di Confesercenti che, come seconda leva per la ripresa, ritiene necessario che il Governo metta in campo misure per alleggerire la pressione fiscale.
Il difficile anno che ci siamo appena lasciati alle spalle pesa ancora gravemente sulle Pmi italiane, le quali versano tuttora in uno stato di crisi economica «con la quale dobbiamo fare ancora i conti a causa della diffusa sfiducia sulla ripresa» e delle difficoltà degli imprenditori a far quadrare il bilancio per arrivare alla fine del mese.
La via giusta da percorrere è quella di «fare leva su quel grande patrimonio rappresentato dalle Pmi e avviare una decisa azione volta ad allentare la morsa del fisco». E le previsioni dicono che nel 2013 la pressione fiscale arriverà a pesare fino al 46% anche sulle imprese, passando per il 45% del 2012.
Aumenti IVA: conseguenze
«I provvedimenti varati dal Governo nella fase uno erano quantitativamente inevitabili, ma la carta bianca concessa alle grandi strutture commerciali, accompagnata dall’autunnale aumento di un punto dell’Iva e la promessa di un’ulteriore crescita di due punti da ottobre prossimo, comporteranno enormi problemi per i consumi e per la rete commerciale urbana», ammonisce Confesercenti in una nota.
Il rischio, sempre più reale per l’Italia, è di entrare in recessione. Ad essere penalizzati da tali misure sono infatti soprattutto il rilancio della domanda interna, degli investimenti e dell’occupazione.
Quello che serve in questa fase due post manovra finanziaria, volta a rilanciare la crescita, sono «provvedimenti più coraggiosi sul versante dei tagli della spesa pubblica, dei costi degli apparati e della politica».
Dialogo Governo-sindacati
Confesercenti, infine, condivide la necessità di un dialogo tra Governo e parti sociali in «un cammino condiviso per uscire dalla crisi, con quel senso di responsabilità e coesione già richiamato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano».