Il caro spread – con un differenziale BTp-Bund in continua e repentina variazione – affligge i mercati finanziari ma indirettamente colpisce anche le Pmi, che devono confrontarsi con crescente difficoltà di accesso al credito e costi bancari sempre più elevati per prestiti e finanziamenti: di conseguenza, spesso scelgono di non investire più nella propria azienda.
Il problema spread, tuttavia, non si risolverà nel preve periodo, richiedendo pertanto strategie di contrasto.
L’attuale congiuntura non deve essere visto come un ostacolo insormontabile per le imprese, che non devono smettere di credere nelle proprie potenzialità ed investire. Come? Rivendendo i propri rapporti con la banca, magari ricercando canali alternativi.
Secondo Franco Rebuffo, presidente della società di consulenza Alethéia, infatti, «la sola eccellenza commerciale non basta più e deve essere affiancata da una strategia finanziaria di medio-lungo termine. Serve una logica nuova nel rapporto tra banca e impresa all’insegna della partnership, con prestiti focalizzati su precise strategie aziendali».
È quindi necessario superare lo scoglio delle maggiori garanzie richieste per ottenere un finanziamento, diversificando i rapporti con le banche, al fine di ottenere maggiore disponibilità di credito, scegliendo cioè a seconda del tipo di finanziamento.
In alternativa è possibile inseguire le linee di credito BEI, la Banca Europea per gli Investimenti, che stipula accordi con gli istituti di credito per finanziamenti che non scontano l’imposta sostitutiva e hanno spread più contenuti rispetto alle normali formule.