Sembra non aver subito danni particolari, a causa della crisi, l’ICT nelle imprese italiane. Un comparto ormai troppo strategico – in quanto a offerta di servizi per l’impresa – per subire battute d’arresto significative.
associato a un costo fisso dalle aziende italiane che vi investono sistematicamente, non risulta quindi troppo influenzato dagli alti e bassi dell’economia.
Almeno secondo l’Unione Industriale, che nei giorni scorsi ha fatto il punto sullo stato di salute del comparto ICT in Italia e a livello territoriale, in particolar modo in Piemonte.
Tra le circa 200 imprese locali iscritte all’Unione Industriale sono infatti risultati rari i casi di richiesta di cassa integrazione ordinaria e assolutamente inesistenti quelli di cassa integrazione straordinaria, così come le procedure di riduzione del personale.
La motivazione per cui l’ICT è tra i pochi settori a non essere penalizzato dalla congiuntura negativa risiede proprio nel ruolo indispensabile assunto oggigiorno dalla tecnologia informatica per l’attività economica e commerciale di un’impresa.
Non è possibile dunque eliminare aggiornamento di programmi, spese di manutenzione o implementazione di sistemi senza subire perdite dal punto di vista della competitività.
È circa del 6-7% il contributo dell’ICT alla crescita del PIL piemontese. Un successo dovuto alla diversificazione e al contributo di oltre il 90% piccole e piccolissime aziende caratterizzate da dinamismo, flessibilità, competenze professionali, alta tecnologia e risorse umane specializzate.