Negli ultimi giorni sul web e nei social media stanno comparendo tanti articoli sul ritrovamento di buoni fruttiferi postali o di titoli di stato che avrebbero garantito stratosferiche rivalutazioni ai fortunati possessori di questi tesori riscoperti. E’ proprio così?
Del tema si è interessato recentemente Plus24, il supplemento su finanza e risparmio de Il Sole 24 Ore. E il risultato non piacerà a chi sperava di trovarsi in una situazione simile a quella di chi vince al Superenalotto. Il problema che questi articoli dimenticano volutamente è che gran parte dei buoni postali e dei titoli di Stato hanno una scadenza, e che è possibile ottenere il rimborso di tali titoli solo i possessori che si presentano entro un certo lasso di tempo da tale data.
Andando nello specifico, sulla parte finale dei buoni fruttiferi postali è riportata una clausola relativa alla prescrizione che indica un termine di cinque anni dalla scadenza. Un termine che una legge nel 2000 ha allungato a dieci anni. Per i titoli di stato questo termine è ancora più breve: cinque anni.
Attenzione poi, perché questo termine di prescrizione non parte dalla data di ritrovamento del buono o del titolo, ma dalla sua scadenza… In questi casi si corre il rischio di sognare il colpo grosso e trovarsi con il becco asciutto e senza i soldi che abbiamo pagato per l’iscrizione all’associazione che ci ha promesso di recuperare migliaia di euro…
Dimenticavo di aggiungere che non è più possibile recuperare le somme versate su libretti di risparmio emessi da banche non più esistenti facendone richiesta alla Banca d’Italia…