Oggi vi abbiamo raccontato del rapporto Ocse sulle disuguaglianze con un post che si focalizza sulla situazione italiana. Ora ritorniamo sul tema per raccontarvi che in questi giorni l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico oltre al rapporto ha lanciato una simulazione sulla percezione del reddito percepito. Noi spesso ci sentiamo ricchi, poveri o nella media, ma in realtà spesso non sappiamo dove possiamo collocarci rispetto alla popolazione del nostro paese. Il calcolatore Ocse permette, con pochi clic – una decina in tutto -, di colmare questa lacuna.
Il calcolatore ci chiede solo quanto guadagniamo al mese, oppure all’anno, e poi ci fa alcune domande per capire se il reddito che guadagni ti sembra sufficiente per vivere e quante persone tu pensi guadagnino più di te – e ovviamente quanti guadagnino di meno. Abbiamo provato a metterci alla prova e quello che è uscito fuori è abbastanza interessante. L’Ocse spiega che in Italia, una considerevole élite è ricca, mentre la maggioranza delle persone ha un reddito intorno alla media o basso.
Se si guadagnano al mese 1.500 euro, si ha un 60% della popolazione che guadagna di meno – mentre un altro 40% guadagna più di questa cifra. Se il nostro reddito mensile è sopra i 750 euro non si può essere considerati poveri – abbiamo ipotizzato un nucleo familiare di una persona di età compresa tra i 35 ed i 44 anni. Infine si scopre che il 10% della popolazione più ricca controlla il 25% del reddito distribuito in Italia.
Le crescenti disuguaglianze hanno un effetto negativo sulla crescita economica, che l’Ocse ha valutato in 4,7 punti di crescita nel ventennio 1990-2010: “La crescente disparità di reddito ha un forte impatto sulla crescita economica, in massima parte perché riduce la capacità delle fasce povere di investire in istruzione e formazione“. Il Paese con il più alto tasso di disuguaglianza sono gli Stati Uniti, seguito da Israele, Cile, Messico e Turchia. Quelli meno diseguali sono invece Danimarca, Slovenia, Slovacchia e Norvegia.