Il 1° gennaio 2002 l’Italia ha detto addio alla Lira dando il benvenuto all’Euro, introdotto nella stessa data in dodici degli allora quindici Stati dell’Unione Europea. Un passaggio molto discusso e criticato ancora oggi, tanto che sono numerosi gli italiani che chiedono di uscire dall’Euro, accusando la sua introduzione soprattutto di aver causato il raddoppio dei prezzi. Questo perché la maggior parte delle persone percepisce tale situazione effettuando una semplice deduzione matematica: se ciò che prima costava mille lire oggi costa un euro e un euro vale duemila delle vecchie lire, i prezzi sono raddoppiati.
Quelli che però andrebbero analizzati, prima di tirare le somme, sono i dati raccolti dall’ISTAT in termini di variazioni dei prezzi al consumo ed inflazione. Ad esempio va considerato il fatto per via dell’inflazione nel tempo il denaro perde il suo potere di acquisto (e questo sarebbe avvenuto anche se fossimo rimasti con la Lira)
Sulla base dei dati ISTAT 1.000 Lire del 2002 oggi varrebbero 0,64 Euro, non i 0,50 Euro di 15 anni fa, e 1 Euro di oggi vale circa 0,80 centesimi della stessa moneta del 2002 (circa 1.500 Lire).
Prendendo in considerazione l’indice dei prezzi al consumo elaborato dall’ISTAT, questo negli ultimi 15 anni ha avuto un andamento in crescita che non è cambiato sostanzialmente prima e dopo l’introduzione dell’Euro con un aumento medio dei prezzi del paniere di beni del 2%. Nei 15 anni prima dell’introduzione dell’euro, l’aumento medio era stato del 5%.
Dal punto di vista del potere di acquisto, analizzando in dati storici, ci si accorge che questo è salito del +4% dal 2002 (anno di introduzione dell’Euro) al 2007 (primo anno di inizio della crisi economica), facendo poi registrare una flessione del -7% dagli anni della crisi fino ad oggi.