Visti i frequenti rincari e le oscillazioni, praticamente quotidiani, del prezzo dei carburanti una delle domande che si pone più spesso è: cosa determina il prezzo di benzina e diesel?
Formula prezzo dei carburanti
In generale il prezzo finale dei carburanti si calcola con la formula:
Platts + margine lordo dell’industria petrolifera + tassazione (accise e IVA)
Platts
Il Platts è la piattaforma privata dove si incrociano domanda e offerta che dà il nome al valore stabilito a livello internazionale per il carburante (diverso dal prezzo del greggio). A stabilire il valore dei carburanti a livello internazionale è proprio la Platts, l’Istituzione che da oltre cento anni, con le sue rilevazioni valuta praticamente tutti i prezzi dei prodotti dell’energia, un colosso privato che opera in una condizione di sostanziale monopolio e ha tra i suoi principali azionisti Barclays Global Investors, Goldman Sachs Asset Management, Vanguard Group, Deutsche Asset Management Americas, Barclays Global Investors.
Accise
In Italia la parte più consistente del prezzo della benzina e del diesel è però rappresentato dalle accise, le imposte di produzione e vendita che gravano sui carburanti che dovrebbero, in teoria, andare a finanziare interventi per emergenze: si tratta quindi di tasse di scopo, i cui proventi dovrebbero andare direttamente a specifici capitoli di spesa, anche se poi di fatto nella maggior parte dei casi finiscono nel bilancio pubblico. Sulle accise si paga anche l’IVA: una tassa sulla tassa. Proprio le accise sono dunque la parte che grava maggiormente sui prezzi finali di benzina e diesel, facendoli crescere a dismisura ben oltre il costo del petrolio al barile. Tale meccanismo spiega perché l’Italia è da sempre uno dei Paesi europei in cui la benzina costa di più.
Mercato dei carburanti
Va inoltre chiarito che la struttura del mercato dei carburanti fa sì che il guadagno per la parte finale della filiera, la distribuzione, sia piuttosto basso (al contrario delle tasse che invece sono altissime). Alle compagnie non va tanto meglio sul fronte dei guadagni derivanti dalla vendita al dettaglio, che però riescono a compensare con la parte a monte della filiera, l’estrazione del petrolio, dove gli utili sono invece molto alti.
A questo meccanismo perverso si aggiunge il fatto che in caso di prezzi troppo alti dei carburanti i consumi si riducono, impattando sul giro d’affari dei benzinai, ovvero gravando sempre sulla parte finale della filiera.
In pratica al prezzo di benzina e diesel che si legge dal distributore, per calcolare il guadagno dei benzinai, vanno sottratte le accise e l’IVA. In realtà bisognerebbe anche considerare che sull’importo residuo i benzinai devono pagare tutte le fasi di raffinazione, trasporto e così via. A conti fatti in media i benzinai guadagnano circa 14 centesimi al litro sulla benzina e 13 sul gasolio.