Sicurezza nel retail: quanto costano furti e rapine

di Noemi Ricci

Pubblicato 30 Novembre 2017
Aggiornato 1 Dicembre 2017 11:57

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Furti, rapine e nuovi sistemi di sicurezza: il nuovo report che analizza i rischi per il settore retail in Italia.

Furti e rapine costano alle aziende del retail ben 2,3 miliardi di euro all’anno, per arrivare fino a 3,4 miliardi di euro – quasi 60 euro ad abitante – se si conta anche la spesa in sistemi di sicurezza, stando alle stime dello studio studio realizzato da Crime&tech, spin-off company del centro Transcrime di Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con il Laboratorio per , Sicurezza e il supporto di Checkpoint Systems.

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Il report “La sicurezza nel retail in Italia. Uno studio su furti, rapine e nuovi sistemi di prevenzione” è stato realizzato analizzando 8 mila punti vendita in tutta Italia, corrispondenti a circa il 12% del fatturato dell’intero settore. Gli autori del report spiegano:

“Lo studio combina dati quantitativi sui singoli punti vendita, condivisi direttamente dalle aziende, con informazioni raccolte attraverso un questionario compilato da 30 tra i più importanti gruppi retail italiani”.

Secondo quanto emerso:

  • le perdite causate da furti e rapine rappresentano, in media, l’1,1% del fatturato del settore;
  • i settori dove si registrano le maggiori perdite sono l’Abbigliamento – Fast fashion, la Grande Distribuzione Organizzata e le Calzature e Accessori;
  • le regioni più colpite sono Campania, Puglia ed Emilia Romagna;
  • le concentrazioni territoriali a maggior rischio sono la bassa padana (tra Alessandria e Bologna), le province di Bari e Brindisi e l’area compresa tra Napoli e Cosenza;
  • le differenze inventariali maggiori si registrano nei punti vendita situati nei comuni più piccoli e periferici, meno densamente popolati, con PIL pro-capite inferiore e tassi più alti di giovani e disoccupati;
  • in media, le perdite sono più alte nei negozi in centri commerciali che in città.

Gli investimenti in sicurezza hanno portato, in media, nel 2016, per ogni punto vendita del retail, a sventare 83 furti. Il numero è maggiore nel nord-ovest (Lombardia in testa) e nei grandi centri urbani, dove i retailer concentrano gli investimenti sulla sicurezza. La spesa sostenuta per le misure di sicurezza è in media dello 0,5% del fatturato, con punte che vanno dallo 0,1% all’1,2% a seconda del settore e con differenze anche all’interno dello stesso comparto.

Tra le misure di sicurezza più utilizzate in cima alla lista troviamo i sistemi anti-taccheggio (EAS), la videosorveglianza e le guardie non armate, con differenze tra settori e a seconda dell’esposizione al rischio del singolo punto vendita.

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Tra le cause di perdita, prevalgono taccheggi e rapine ad opera di soggetti esterni, seguiti da furti interni (ad opera di dipendenti infedeli) e da quelli nella catena logistica. Risultano però in aumento i furti organizzati sia a opera di micro-bande di 2-3 persone che quelli compiuti da gruppi criminali, soprattutto sotto forma di intrusioni notturne.

I ladri di negozi hanno tipicamente 18-25 e 26-40 anni tra gli uomini e le donne tra 26 e 40 anni, nella maggior parte dei casi sono dell’Est Europa.