Tratto dallo speciale:

Aumento IVA in Legge di Bilancio

di Barbara Weisz

Pubblicato 9 Ottobre 2017
Aggiornato 27 Aprile 2018 15:05

logo PMI+ logo PMI+
Niente aumento IVA nel 2018, la Legge di Bilancio sterilizza la clausola di salvaguardia per due anni, se ne riparla nel 2020: nota di aggiornamento al DEF e manovra in arrivo.

La Legge di Bilancio 2018 conterrà la sterilizzazione dell’aumento IVA per il 2018 e parzialmente anche per il 2019, mentre la clausola di salvaguardia resta attiva nel 2020. Lo prevede la nota di aggiornamento al DEF, documento di economica e finanza, approvato dall’aula del Senato la scorsa settimana. La disattivazione della clausola 2018 vale 15,7 miliardi, nell’ambito d una manovra che vale circa lo 0,5% del PIL e porta l’indebitamento netto all’1,6%. La nota ha infatti alzato le stime sul PIL 2017 all’1,5%, stesso livello della crescita reale 2018 e 2019, con una decelerazione all’1,3% nel 2020.

=> I numeri della Legge di Bilancio 2018

Aumento IVA

Come è noto, le clausole di salvaguardia sono un meccanismo che assicura il raggiungimento degli obiettivi economici (nel caso in cui le misure previste da una manovra non riuscissero a centrarli, interviene l’aumento IVA). Per il 2018, dunque, niente aumento IVA al 25% (dall’attuale 22%) per l’aliquota ordinaria e al 13% (dal 10%) per quella agevolata. Le misure previste dalla manovra consentono anche una parziale sterilizzazione dell’aumento IVA 2019 (11,4 miliardi su un totale di 18,9 miliardi), mentre non hanno impatto sul 2020.

Legge di Bilancio

La Legge di Bilancio 2018 varrà circa 20 miliardi, la metà dei quali arrivano dal maggior deficit. Gli interventi fondamentali sul lato della spesa riguardano gli incentivi agli investimenti delle imprese (a partire dalla proroga degli ammortamenti in chiave Industria 4.0), le misure per l’occupazione (nuove riduzioni contributive per l’assunzione dei giovani), sostegno ai redditi delle famiglie più povere, interventi di Riforma Pensioni.

Le coperture arrivano per un terzo da misure di spending review e per due terzi da maggiori entrate (fra le ipotesi allo studio, rottamazione bis e proroga voluntary disclosure).

2017