L’industria 4.0 appare ancora come un miraggio per le imprese italiane, che non si dimostrano all’altezza delle colleghe europee. Secondo il report del think tank Istituto per la competitività I-Com l’Italia risulta solo al 18esimo posto della speciale classifica dei Paesi UE relativa al grado di preparazione alla digitalizzazione del sistema industriale.
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La classifica è stata stilata da I-Com sulla base di 13 variabili, alcune riferite nello specifico alla manifattura, altre più generali e relative al livello raggiunto nel Paese:
- diffusione di software Erp,
- utilizzo di tecnologie e chip Rfid,
- acquisto di servizi cloud,
- uso del software Crm,
- integrazione dei processi di business tra produttore/fornitore/cliente (software Scm),
- analisi dei big data,
- copertura in banda ultralarga,
- copertura della telefonia 4G,
- percentuale di specialisti ICT sul totale degli occupati,
- percentuale di addetti all’analisi dei dati,
- imprese che fanno formazione per l’ICT,
- percentuale di laureati Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica),
- imprese con una strategia di sicurezza ICT.
=> Industria 4.0: l’ostacolo è culturale
Nonostante questo, la manifattura italiana si difende ancora bene con i suoi primati dell’Export e alle sue eccellenze consolidate, come la produzione di robot e macchine utensili.
Ad essere troppo basso è però il livello di diffusione delle connessioni veloci e il gap di competenze nel settore ICT, fattori che ci fanno guadagnare un punteggio di soli 77,8 punti.
In cima alla lista la Finlandia con 100, tra i Paesi europei la media è di circa 79 punti.