Indicatori di benessere nel DEF

di Barbara Weisz

11 Aprile 2017 18:31

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Non solo PIL, indicatori di benessere equo e sostenibile nel DEF 2017: reddito, diseguaglianza, lavoro e inquinamento.

Reddito medio disponibile, indice di diseguaglianza, tasso di mancata partecipazione al lavoro, emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti: sono quattro nuovi indicatori ritenuti particolarmente significativi per la qualità della vita dei cittadini che per la prima volta vengono inseriti nel Documento di Economia e Finanza. Una volta tanto, si tratta di un primato positivo a livello internazionale: l’Italia è il primo paese dell’Europa e del G7 a inserire nel Def indicatori di benessere (BES, benessere equo e sostenibile), che affianchino il pil nella programmazione economica.

=> L’Italia produce più ricchezza che benessere

L’introduzione di questi indicatori è stato previsto dalla legge 163/2016. Il Governo ha ora deciso di inserirli nel Documento di programmazione Economica, all’approvazione del Consiglio dei Ministri dell’11 aprile, insieme alla manovrina pari allo 0,2% chiesta dall’Europa per il rispetto dei parametri comunitari. Un ulteriore passo avanti rispetto a quanto prevede la legge, in base alla quale basterebbe inserire gli indicatori BES in apposito allegato al Def.

Una misura innovativa, basata sulla convinzione che «il benessere trae vantaggio dall’aumento del prodotto interno lordo ma non coincide con esso», spiega il ministero delle Finanze. I riferimenti di cultura economica a cui l’Italia si è ispirata per mettere a punto questi indicatori alternativi del benessere sono il lavoro della commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi creata dal governo francese nel 2008, e le indicazioni di diverse organizzazioni internzionali (Onu, OCSE e Commissione europea). Il Parlamento europeo ha approvato nel 2016 l’inserimento degli indicatori del benessere nei bilanci nella programmazione economica, e come detto l’Italia è il primo paese e recepirli.

Il Governo si impegna a monitorare l’andamento nell’ultimo triennio e a prevederne la dinamica per il triennio futuro, sia a politiche invariate sia alla luce delle scelte programmatiche. In pratica, si studia il livello dei quattro indicatori nell’ultimo triennio, e si mettono a punto delle simulazioni su come andranno nei prossimi tre anni, facendo sia l’ipotesi di politiche invariate, sia quella che invece prevede le modifiche normative in programma.

Come prevede la legge, è stato istituito uno specifico Comitato per gli indicatore BES, che ha messo a punti i quattro parametri sopra indicati (reddito medio, indice di diseguaglianza, tasso di mancata partecipazione al lavoro, emissioni inquinanti), che vengono inseriti in via sperimentale nel Def 2017, in attesa che il Parlamento si pronunci su un numero più ampio di indicatori. Il Def include quindi, per ognuno dei quattro indicatori l’andamento dell‘ultimo triennio e le previsioni sull’evoluzione, anche sulla base delle misure previste per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica e dei contenuti del Programma Nazionale di Riforma. Entro il 15 febbraio di ogni anno, verrà presentata alle Camere una apposita Relazione, predisposta dal ministero, in cui si evidenzia l’evoluzione degli indicatori di benessere equo e sostenibile, sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio per il triennio in corso.