Stando ai risultati emersi dalla seconda parte della ricerca sulle flotte aziendali promossa da Top Thousand, l’Osservatorio sulla mobilità aziendale composto da Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, , con il patrocinio di CEI CIVES – Commissione Italiana Veicoli Elettrici Stradali a Batteria, Ibridi e a Celle a Combustibili, la svolta elettrica ci sarà, ma non nel brevissimo termine e l’elettrico in Italia è destinato a rimanere ancora per parecchio tempo (oltre 10 anni) un business di nicchia.
In generale, nel corso del 2016, in Italia è stata immatricolata solo 1 vettura elettrica ogni 10.000 auto. In questo contesto le flotte aziendali rivestono comunque un ruolo da protagonista, pur con numeri assoluti ancora marginali.
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Tra i maggiori freni alla vera diffusione di soluzioni di mobilità elettrica vi sono in prima linea i limiti nella percezione delle aziende, che le reputano meno flessibili ed efficaci rispetto a quelle tradizionali, nonostante la generale consapevolezza che il futuro risiede nell’eco-sostenibilità: secondo il 57% dei Fleet Manager le auto elettriche sostituiranno gradualmente le vetture benzina/diesel e persino le ibride. La rimanente percentuale (43%) ritiene che nel futuro si produrrà una situazione mista, in cui sopravvivranno le alimentazioni classiche, seppure in proporzione minore rispetto alle ibride plug-in e alle elettriche pure.
In generale, secondo i fleet manager intervistati, l’auto elettrica:
- sarà destinata a un ruolo centrale nella mobilità delle grandi aree urbane (30%);
- per il 25% avrà un ruolo di primo piano “a prescindere”, ma solo nel lungo periodo;
- per il 15% avrà un ruolo accessorio (da seconda auto in famiglia);
- per il 10% sarà un’opzione alternativa;
- per 10% verrà utilizzata solo per spostamenti brevi e predeterminati;
- per il 6% la loro diffusione massiva dipenderà soprattutto dalla volontà politica ed economica;
- per il 4% rimarranno esclusivamente uno strumento di marketing.
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A frenare sono anche la carente diffusione della rete di ricarica e la limitata autonomia dei veicoli che rendono difficile l’assegnazione nominativa del veicolo. I fleet manager preferiscono invece utilizzare i veicoli elettrici in modalità condivisa. Un’altra criticità risiede nella mancata accettazione da parte dei driver stessi di un’auto elettrica come veicolo in fringe benefit.
Tra le maggiori spinte all’adozione di soluzioni di mobilità elettrica le sempre più diffuse e stringenti limitazioni alla circolazione dei veicoli diesel e benzina nelle grandi città.
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Fondamentalmente il 70% dei fleet manager ritiene che la mobilità elettrica rappresenti una soluzione semplice e potenzialmente economica, oltre che ecologica, il 30% ritiene che l’offerta di e-mobility migliorerà la viabilità, ma è necessaria una maggiore standardizzazione per renderne l’utilizzo più semplice ed accessibile.
Motivi che spingono il 52% dei fleet manager a pensare che per vedere svolgere un ruolo centrale ai veicoli elettrici bisognerà prima attendere che il prodotto si evolva significativamente, che si sviluppino e standardizzino le infrastrutture (24%) e che ci siano normative fiscalmente favorevoli verso la mobilità elettrica (24%).
Ma nel breve o medio termine gli intervistati non sembrano pronti a cogliere pienamente questa sfida tecnologica, ambientale ed economica, destinando budget in questo senso, a meno che il Governo non intervenga con sostanziosi incentivi e che non intervenga con importanti investimenti infrastrutturali per potenziare la rete di ricarica.
La ricerca ha preso in considerazione una flotta campione di 60 grandi aziende appartenenti a diversi settori (energia, grande distribuzione, enti pubblici, commercio, trasporti, etc…), con oltre 52.000 veicoli aziendali complessivi e si è focalizzata sull’attuale e potenziale futuro impatto della mobilità elettrica sui parchi auto di medie e grandi imprese.