Secondo la decima edizione dell’Indice delle liberalizzazioni 2016 elaborato dall’Istituto Bruno Leoni sul grado di apertura di dieci settori dell’economia nell’Unione europea, l’Italia delle liberalizzazioni sta crescendo, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Il punteggio assegnato all’Italia nel 2016 è stato di 70/100, lo stesso ottenuto dalla Germania, ma inferiore ad altri Paesi europei tra i quali la Gran Bretagna (94 punti), la Spagna (80) e i Paesi Bassi (79). Fanalini di coda Grecia (54 punti), Cipro (54) e Croazia (55).
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I dieci settori dell’economia considerati sono:
- distribuzione dei carburanti per autotrazione;
- mercato del gas;
- mercato del lavoro;
- mercato elettrico;
- servizi postali;
- telecomunicazioni;
- servizi audiovisivi;
- trasporti aerei;
- trasporti ferroviari;
- assicurazioni.
Per ciascun settore di ogni Paese, attraverso una griglia di indicatori e sottoindicatori, è stato attribuito un punteggio relativo al livello di liberalizzazione. È stato inoltre determinato un Indice di liberalizzazione dell’intera economia del Paese, per ciascuno di quelli considerati, dato dalla media tra i punteggi ottenuti nei singoli settori.
I risultati migliori, nel nostro Paese, arrivano dai settori delle telecomunicazioni (94/100) ed elettrico (84/100). Non male anche i risultati nel settore del gas (72/100), delle televisioni (72/100) e delle assicurazioni (74/100). Meno bene il mercato del lavoro (69/100) e il settori delle poste (63/100). Valutazione ancora complessivamente negativa per i settori dei carburanti (44/100) e del trasporto ferroviario (52/100).
In generale comunque l’Italia è piuttosto in linea con gli altri Paesi considerati, che non sembrano fare meglio sul fronte delle liberalizzazioni. Gli scostamenti tra i punteggi sono così minimi che, con un punteggio migliorato di soli tre punti in un anno, l’Italia è salita dalla dodicesima posizione della scorsa edizione alla sesta dell’analisi 2016.
Fonte: Istituto Bruno Leoni.