Concorrenza cinese traino Brexit

di Barbara Weisz

Pubblicato 14 Luglio 2016
Aggiornato 15 Maggio 2017 09:56

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Non l'immigrazione ma la concorrenza delle importazioni da Cina e paesi emergenti: il vero traino della Brexit in uno studio Bocconi.

Brexit
L
immigrazione è ritenuto uno dei motivi chiave che hanno trainato la Brexit, ma due studi di Italo Colantone e Piero Stanig (Università Bocconi di Milano) confutano tale relazione a favore di un ben più stretto collegamento con l’esposizione di lungo periodo alla concorrenza cinese:

«Gli elettori hanno colpito il bersaglio sbagliato. La ragione della loro angoscia non è l’immigrazione, ma una forma di globalizzazione che, in assenza di adeguate politiche redistributive, crea vincitori e vinti».

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Il primo studio analizza l’esito del referendum sulla Brexit del 13 giugno (dopo il quale si è dimesso il premier, David Cameron, sostituito a Downing Street dalla sua ex ministra dell’Interno, Theresa May, insediatasi il 13 luglio), nei 39 distretti elettorali. 

Si mettono in relazione i risultati con due fattori legati all’immigrazione: la quota di residenti nati fuori dal Regno Unito e i nuovi flussi 2014. Il risultato è che non si trova nessuna relazione fra immigrazione e supporto al leave, anzi: le aree a più alto tasso di immigrazione hanno visto la vittoria del remain (restare in Europa).

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Colantone (Assistant Professor, Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico) e Stanig (Assistant Professor di Scienza Politica) hanno costruito un indicatore sullo shock da importazioni cinesi, qui la relazione appare evidente: le aree più esposte alla concorrenza del colosso asiatico (per esempio, in settori chiave come il tessile e l’elettronica) evidenziano un:

«rapporto forte e statisticamente significativo tra la forza dello shock da importazioni e la quota del Leave nel referendum».

L’analisi sulla Brexit fa il paio con un più ampio e articolato paper degli stessi autori sul rapporto fra concorrenza delle importazioni cinesi e voto nazionalista nei paesi europei.  E anche qui, si trova un analogo effetto della competizione con le economie emergenti sul voto nelle economie avanzate dell’Europa orientale: il successo dei partiti nazionalisti è, almeno in parte, determinato dalle sfide della concorrenza asiatica e dei paesi emergenti, Cina in primis.

Per approfondimenti: