Tra i lasciti della crisi con cui le imprese fanno ancora i conti c’è la difficoltà nel reperire clienti, che si conferma la spina nel fianco delle PMI europee in base alla consueta indagine BCE. Il rischio connesso è l’allargamento della forbice di competitività fra grandi e piccole imprese. Nel 2016 il trend non soltanto non si arresta ma risulta in aumento (dal 24% al 27%), nonostante la parziale ripresa economica.
Al secondo posto, fra le preoccupazioni delle PMI, si colloca invece la disponibilità di professionalità adeguate, seguita da costo del lavoro, pressioni competitive, regolamentazione. L’accesso al credito, che negli anni della crisi era uno dei punti maggiormente critici, è invece a fondo classifica, segnalato solo dal 10% della PMI come emergenza.
Vediamo i dati precisi: in media, come detto, trovare clienti è la preoccupazione fondamentale per il 27% delle imprese interpellate,risultando l’unico – fra i fattori critici considerati – ad essere in costante crescita dal 2012. Soprattutto tra le PMI tedesche, seguite da quelle spagnole, in entrambi i casi sopra il 30%. L’Italia è intorno al 25%, la Francia al 20%.
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E’ esattamente opposto l’andamento dell’accesso al credito, in costante decremento dal 2012: è segnalato solo dal 10% delle imprese (erano più del 15% nel 2012). L’Italia era fra i paesi in cui il problema era più sentito (sopra il 20%), oggi è intorno al 13%. Il paese in cui ancora le PMI lo segnalano come prioritario è ovviamente la Grecia al 31%, in crescita dal precedente 30%.
Nel periodo analizzato la situazione finanziaria delle PMI europee è generalmente migliorata: in aumento i ricavi e in flessione la contrazione dei profitti. Tuttavia, è in progressiva crescita anche il costo del lavoro così come gli altri costi operativi.