Il primo trimestre del 2016 vede un allentamento delle condizioni del credito alle imprese, relativamente prudente in Europa e particolarmente pronunciato, invece, in Italia, mentre sono tornati più rigide le condizioni dei mutui alle famiglie: sono le pricnipali evidenze del report BCE sull’andamento dei prestiti bancari relativo al periodo gennaio-marzo. Il miglioramento del credito alle imprese è evidenziato dal 6% degli istituti di credito dell’area euro interpellati dalla survey della Banca Centrale Europea, in crescita rispetto al 4% registrato nel trimestre precedente. In Italia, invece, gli istituti che segnalano migliori condizioni di accesso al credito da parte delle imprese salgono al 38%.
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La domanda netta di prestiti alle imprese ha continuato a crescere, +17%, ma con un rallentamento rispetto al +27% dell’ultimo trimestre 2015, mentre quella relativa ai mutui ha incrementato la ripresa, al 32% dal precedente 29%. In pratica, sono sempre più numerose le famiglie che chiedono il mutuo per la casa, mentre le imprese che chiedono prestiti aumentano ma con una curva meno pronunciata rispetto alla fine dello scorso anno, così come succede al credito al consumo delle famiglie, +16% dal precedente +21%. Anche sul fronte della domanda, l’Italia vede numeri più pronunciati: +38% nel credito alle imprese nel primo trimestre dell’anno, con un rallentamento rispetto al +50% precedente, +75% dei mutui, dal +63% del confronto. Più brusco il rallentamento sul fronte del credito al consumo alle famiglie, in crescita del 25% dal +65% di fine 2015.
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I fattori fondamentali alla base dell’allentamento delle condizioni dei prestiti al settore produttivo sono la pressione competitiva e una più favorevole percezione del rischio, evidentemente anche grazie al quadro macroeconomico. La stretta invece sul fronte dei mutui alle famiglie dipende in larga parte dalla direttiva europea sui mutui, che prevede una valutazione più approfondita del profilo del debitore, e da una tolleranza per il rischio leggermente inferiore.
Un dato interessante riguarda il confronto fra le principali economie comunitarie: in Germania la stretta sulle condizoni del mutuo è più evidente che negli altri paesi (è passata da 0 a 22% in un solo trimestre), e in controtendenza rispetto al resto d’Europa sale la domanda di credito da parte delle famiglie (al 13%, dal precedente 10%). Stessa situazione in Francia, dove la domanda di prestiti al consumo da parte delle famiglie segnava una contrazione dell’ultimo trimestre 2015, ed è invece salita nel 43% dei casi.
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Infine, ci sono stime sull’impatto del programma di acquisti della BCE, che è effettivamente servito a stimolare il credito sia alle imprese sia alle famiglie, ma ha impattato negativamente sulla profittabilità delle banche. (Fonte: BCE)