Crescono le PMI che puntano sull’Export, con tassi più elevati rispetto a quelle che non lo fanno, e cresce la loro fiducia nel futuro. Ma non in Italia. A confermarlo è uno studio di UPS dedicato alle esportazioni delle PMI europee, che si è posto l’interessante obiettivo di identificare le tendenze e le opportunità in questo ambito e di identificare le barriere che ancora ostacolano una solida crescita del settore per le piccole e medie imprese, italiane ed europee.
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A registrare una crescita più sostenuta tra le PMI che esportano sono Paesi Bassi e Polonia, mentre in Italia la percentuale è diminuita a -6% rispetto alla stessa indagine UPS del 2014. Tuttavia, le PMI del Bel Paese, insieme a quelle del Regno Unito e del Belgio, si dimostrano tra le più fiduciose dal punto di vista della crescita futura nell’Export.
E-commerce “passivo”
A spingere verso l’Export la maggioranza delle PMI europee analizzate non è tuttavia una loro innata propensione all’internazionalizzazione quanto le richieste dei clienti, con l’e-commerce che si conferma il catalizzatore principale che spinge le esportazioni. La metà delle PMI europee (48% in Italia) ha venduto all’estero tramite canale online nel 2015. Addirittura in Belgio la percentuale delle imprese di piccole e medie dimensioni che lo hanno fatto è passata dal 6% al 52%, in Italia dal 16% al 48%.
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Esportazioni
Le esportazioni riguardano ancora principalmente i Paesi dell’UE, ma le PMI guardano ad interesse anche ai mercati e alle rotte commerciali in crescita. Gli Stati Uniti si confermano la destinazione extra europea principale, seguita dall’Asia, senza la Cina che resta ancora una destinazione poco frequentata dall’Export di tutti i Paesi analizzati.
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La ricerca del 2015 ha riguardato 10.717 imprenditori, proprietari e direttori del settore commerciale, vendite e sviluppo delle PMI in Italia (1949), Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, UK. Le PMI analizzate appartengono ai settori industrial manufacturing & automotive, retail, high tech e healthcare.