Pacchetto TLC UE: la protesta delle start-up

di Francesca Vinciarelli

2 Novembre 2015 13:02

Net neutrality e pacchetto TLC della UE: start-up polemiche sulle nuove norme, rischio di una rete a due velocità e di penalizzazioni per le PMI.

Il nuovo pacchetto per le Telecomunicazioni (TLC) approvato dal Parlamento UE rischia di compromettere la neutralità della Rete dando vita a servizi frammentati, con prezzi e velocità differenti. Nel pacchetto UE per le TLC, infatti, oltre all’iniziativa Zero Roaming, ci sono anche norme per la cosiddetta net neutrality e, come sottolineato dal CEO di Deutsche Telekom, Timotheus Höttges:

«Le telco potranno cedere connessioni con standard più alti alle imprese innovative, anche le più piccole, facendosi remunerare col revenue-sharing».

Un’eventualità che non piace affatto alle start-up TLC, che protestano contro le misure contenute nel pacchetto Telecom della UE e la possibilità di creare una Rete a due velocità.

=> Roaming UE a costo zero: nuovo pacchetto TLC

Per Höttges:

«Ci deve essere la possibilità di dare priorità ai dati associati con servizi sensibili se la rete è congestionata. Sarà sempre possibile sviluppare servizi Internet innovativi con alti standard qualitativi».

Servizi specializzati che secondo il CEO tedesco rappresenterebbe un vantaggio proprio per le start-up, permettendo loro di differenziarsi e avere successo sul mercato:

«Per fare concorrenza agli Internet provider più grandi. Se vogliono portare al mercato servizi che richiedono buona qualità di trasmissione, hanno necessità proprio di questi servizi specializzati. Noi pensiamo che potrebbero pagare per averli, magari col sistema del revenue-sharing».

Ma le start-up del settore la vedono diversamente, ritenendo che il pacchetto TLC dell’Unione Europea possa penalizzarle con una sorta di dazio per le imprese più piccole giocando su una definizione poco chiara di questi “servizi specializzati” che le telco possono offrire a prezzi più alti, garantendo standard qualitativi migliori. Motivi che aveva spinto Allied for Startups, gruppo che difende gli interessi delle start-up, ad inviare una lettera – firmata anche da Factory, dall’associazione romana Roma Startup, e da diverse aziende del settore – agli europarlamentari prima del voto del 27 ottobre per chiedere l’approvazione di alcuni emendamenti che avrebbero impedito l’offerta di servizi specializzati e che però sono stati respinti.