La Legge di Stabilità 2016 contiene misure per 26,5 miliardi di euro, che potrebbero salire a 29,6 mld se l’Europa concede ulteriori margini di flessibilità sui conti: la voce più costosa è rappresentata dalla sterlizzazione per tutto il 2016 delle clausole di salvaguardia, 16,8 miliardi di euro, che servono a evitare l’aumento IVA, seguita dall’abolizione della TASI sulla prima casa. Il punto più controverso è probabilmente rappresentato dai 5,8 miliardi di spending review, una cifra dimezzata rispetto alle attese. Analizziamo nel dettaglio i numeri della manovra 2016.
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Per togliere la tassa sugli immobili a tutte le prime case si spendono 3,7 miliardi: il Governo ha già specificato che le risorse verranno totalmente rimborsate ai Comuni, che quindi non perdono il mancato gettito TASI. L’abolizione dell’IMU agricola vale 400 milioni, a cui si aggiungono altri 500 milioni di eliminazione IMU imbullonati. Il pacchetto sviluppo della Legge Stabilità 2016, che comprende i super ammortamenti al 140% e la fiscalità agevolata al 10% per i premi di produttività previsti dai contratti aziendali, costa 600 milioni. Gli sgravi sulle assunzioni (taglio del 40% dei contributi per due anni per i nuovi contratti a tempo indeterminato del 2016) sono finanziati con 800 milioni. Conti alla mano, la somma delle varie misure destinate alle imprese (immobili, pacchetto sviluppo, assunzioni) vale 2,3 miliardi di euro. A questi, si potrebbero aggiungere parte dei 3,1 miliardi che si liberano se Bruxelles concede un’ulteriore flessibilità dello 0,2%, in virtù della cosiddetta clausola migrant, e che andrebbero a finanziare l’anticipo al 2016 di parte del taglio IRES che porterà l’aliquota dal 27,5% attuale al 24% nel 2017.
=> Taglio IRES: il nodo dello sconto fiscale nel 2016
Con la manovra di Stabilità 2016, il deficit sale dall’1,4 al 2,2% (per questo si dice che è una manovra finanziata in buona parte dal deficit, non da risorse aggiuntive). Applicando l’ulteriore 0,2%, si arriverebbe al 2,4%, un livello comunque lontano dal tetto del 3% imposto dall’Europa. Vediamo infine quanto costano le altre misure:
- pacchetto enti locali: 1,2 miliardi di euro;
- cotrasto povertà e misure sociali: 700 + 400 milioni, in tutto 1,1 miliardo di euro;
- cultura e merito (500 cattedre uniersitarie, ricercatori): 250 milioni;
- terra dei fuochi: 150 milioni;
- cooperazione e sviluppo: 200 milioni;
- pubblico impiego: 200 milioni.
Aggiungendo 680 milioni di altre voci, si arriva a 26,5 miliardi di euro, che con gli ulteriori margini di flessibilità sul deficiti potrebbero salire a 29,6. Le entrate: 2 miliardi di rientro dei capitali, 5,8 miliardi di spending review, 3,1 miliardi di ulteriori efficientamenti (per esempio, il fisco telematico), mezzo miliardo dal canone RAI. Il grosso delle coperture, 14,6 miliardi, arriva dagli otto punti di deficit (dall’1,4 al 2,2%), concessi dalle attuali regole sulla flessibilità di bilancio europea.