Multa europea all’Italia da 30 milioni di euro più 12 milioni per ogni semestre di ritardo nel mancato recupero di aiuti di Stato giudicati incompatibili da Bruxelles (in tutto, si superano i 100 milioni). La sentenza della Corte di Giustizia Europea, del 2011, bocciava le agevolazioni (per 114 milioni di euro) concesse a un gruppo di 1.600 imprese venete. In particolare, contribuzione e sgravi da oneri sociali concessi a fra il 1995 e il 1997, per 38 milioni di euro l’anno.
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Siccome i benefici fiscali non riguardavano particolari caratteristiche delle imprese in questione, ma semplicemente la loro localizzazione, l’Europa li ha considerati aiuti a pioggia, quindi di fatto, aiuti di Stato illegittimi. La vicenda prosegue dal 1999, anno in cui per la prima volta la UE ha chiesto all’Italia di recuperare le somme dai beneficiari (le imprese). L’Italia si è sempre opposta, fino a ricevere nel 2011 la sentenza di inadempimento. Quindi, nuovo ricorso, accolto dalla Corte UE, secondo cui
«l’Italia è nuovamente venuta meno all’obbligo di recupero».
Secondo l’Europa all’appello mancano 38 miliardi, secondo i calcoli italiani invece ne mancano 33. La sentenza sottolinea anche che
«l’Italia è già stata oggetto di numerose sentenze per inadempimento a causa del recupero tardivo di aiuti illegittimi ed incompatibili».
Ragion per cui, la multa da 30 milioni è anche una
«misura dissuasiva» per garantire «l’effettiva prevenzione della reiterazione futura di analoghe violazioni del diritto dell’Unione europea».
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