I contratti di rete attirano sempre più aziende, le quali ottengono mediamente risultati migliori delle imprese che invece non fanno parte di alcuna aggregazione: secondo gli ultimi dati di InfoCamere (consulta le tabelle) aggiornati al 3 settembre 2015, le reti d’impresa in Italia sono 2.348, contro i 1.770 dell’ottobre 2014, mentre le aziende aderenti sono 11.879, circa 4mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La regione con il maggior numero di contratti di rete stipulati si conferma la Lombardia, a quota 2.299, seguita da Emilia Romagna, Toscana e Veneto, tutte con oltre mille reti d’impresa.
=> Reti d’impresa: bandi e informazioni
Secondo il Quinto Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano sulle reti d’impresa, le PMI entrate in rete nel 2011 hanno registrato nel biennio 2012-2013 un calo di fatturato più contenuto rispetto a quelle non in rete (-3,6% contro -4,9%), mentre il margine operativo lordo (EBITDA) è cresciuto di due decimi di punto (dal 7,7% al 7,9%), contro una perdita analoga (due decimi dal 7,8 al 7,6%) delle altre aziende.
=>I dati dell’Osservatorio Reti d’Impresa
Interessante notare come la composizione delle reti d’impresa sia molto eterogenea, sia sul fronte dimensionale sia dal punto di vista dell’attività svolta. Meno di una rete su tre è composta da imprese della stessa dimensione, il 55,5% è costituito da aziende di settori diversi, mentre il 28,4% unisce imprese della stesso segmento, ma che appartengono a diversi comparti produttivi.
=> Incentivi 2015 alle reti d’impresa
Il vantaggio fondamentale delle reti d’impresa è quello di accrescere la massa critica, unendo competenze e risorse ad esempio al servizio dell’internazionalizzazione, mantenendo la propria indipendenza. Si tratta di uno strumento che ha iniziato ad avere una buona diffusione dal 2012 in poi, con un’accelerazione significativa nel 2013 e 2014.