Si consolida la ripresa del mercato dei mutui casa, con una solida crescita del 76,2% nel primo semestre 2015 rispetto all’analogo periodo 2014, in aumento (anche se qui i numeri sono più modesti) i finanziamenti alle imprese: sono i dati comunicati dall’ABI, l’associazione banche italiane, a cui però fanno da contraltare quelli della Cgia di Mestre, che segnalano come, pur in discesa, i tassi dei mutui applicati in Italia sono del 9% più alti di quelli medi dell’Eurozona. Vediamo tutto.
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La rilevazione ABI è effettuata su un campione di 78 banche, l’80% del mercato italiano: fra gennaio e giugno i nuovi mutui casa alle famiglie sono stati pari a 20,777 miliardi di euro rispetto agli 11,794 miliardi dello stesso periodo del 2014, con un incremento del 76,2%. Si tratta di un dato in crescita anche rispetto al prio semestre 2013 (9,205 miliardi di euro) e 2012 (10,802 miliardi di euro). Fra i dati che emergono, l’aumento della quota del tasso fisso negli ultimissimi mesi: a giugno il 60% dei mutui erogati è stato a tasso fisso, contro il 20% di 12 mesi prima. La media del semestre vede ancora in testa il tasso variabile, al 52,8%.
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Si può sottolineare come questo incremento del tasso fisso avvenga in un contesto di tassi di interesse ancora molto bassi, che quindi dovebbero spingere le famiglie verso il tasso variabile: probabilmente il quadro internazionale, a partire dai timori delle scorse settimane per la crisi greca, ha provocato un atteggiamento di maggior prudenza (il tasso fisso protegge dai rischi di instabilità).
E veniamo alle considerazioni della Cgia di Mestre: a giugno, il tasso medio dei mutui italiano è stato del 2,20%, rispetto a una media europea del 2,02%. Si tratta di una differenza del 8,9%, che comunque rappresenta un miglioramento rispetto agli scorsi anni. Nel 2012 l’Italia scontava uno scarto superiore al 20%, che nel 2013 saliva al 23%, per poi tornare a scendere nel 2014, pur restando a due cifre (13,2%).
Anche sul fronte delle consistenze la Cgia misura un gap con il resto d’Europa: al 30 giugno le banche hanno erogato 359 miliardi di euro, contro i 401,9 miliardi di euro dell’Olanda, 565,8 miliardi della Spagna, 875,8 miliardi della Francia, per non parlare dei 1.061,3 miliardi della Germania.
«Sebbene i tassi siano in calo – segnala Paola Zabeo, della CGIA -, gli effetti positivi di questa tendenza li avvertiremo, molto probabilmente solo verso al fine dell’anno».
Infine, l’andamento dei prestiti alle imprese: l’ABI misura nel primo semestre una crescita del 16,3% rispetto allo stesso periodo del 2014, mentre l’incremento del credito al consumo alle famiglie è pari al 18,2%.
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