Oltre alle stime su Bilancio e Patto di Stabilità (finanza pubblica), il DEF (Documento Economia e Finanzia) si compone di un Programma Nazionale di Riforme (PNR), che di fatto conferma gli impegni presi dal Governo in sede di insediamento, inquadrandoli nell’ambito delle politiche europee. Il percorso prevede:
«un passaggio fondamentale dallo stato di gestione della crisi ad una politica di cambiamento, riassumibile in due concetti: consolidamento fiscale sostenibile e accelerazione sulle riforme strutturali per favorire la crescita».
=> DEF: conti 2014, tagli fiscali e Spending Review
Jobs Act, nuova legge elettorale, resitutuzione dei debiti della PA alle imprese, semplificazioni burocratiche: tutti capitoli in programma nel DEF.
Riforme istituzionali
Nuova legge elettorale (Italicum), abolizione delle Province, revisione delle funzioni del Senato e riforma del Titolo V della Costituzione. Ecco i pilastri di:
«una profonda revisione del sistema politico-istituzionale italiano, responsabile di aver rallentato, e talvolta ostacolato, la gestione della cosa pubblica, sia a livello nazionale che locale, nonché di aver ritardato la ripartenza dell’economia italiana».
Il cammino è già iniziato: la riforma elettorale è stata approvata dalla Camera e deve iniziare il suo iter in Senato. Il ddl sulle funzioni del Senato è atteso in Parlamento. In attesa dell’abolizione, le Province sono state svuotate delle principali funzioni e rese strutture non elettive
=> Cosa cambia con il potenziamento delle Province
Jobs Act
Fra le riforme economiche spicca quella del lavoro. Sono previsti ritocchi alla normativa sul lavoro e alla fiscalità. Innanzitutto, il taglio del cuneo fiscale sui redditi da lavoro dipendente (atteso un decreto il 18 aprile) e sulle imprese, con la riduzione Irap del 10% a regime (il 5% in questo 2014). Quindi, nuove leggi sul lavoro con l’obiettivo di
«produrre un sistema più inclusivo e dinamico, superando le rimanenti segmentazioni e rigidità, contribuendo strutturalmente all’aumento dell’occupazione, soprattutto giovanile, e della produttività del lavoro».
Il Ddl Lavoro, di cui sta per iniziare la discussione in Senato, prevede deleghe al governo in materia di contratti, ammortizzatori sociali, politiche attive per il lavoro, semplificazioni, maternità e conciliazione lavoro-famiglia. Prevede una semplificazione dell’attuale normativa e l’introduzione di un contratto a tutele crescenti, ma restano altre forme contrattuali, come il tempo determinato e le collaborazioni coordinate e continuative. Nel PNR il Governo si riparla di contratto “unico” (espressione che nel ddl era stata abbandonata), prevedendo una:
«maggiore flessibilità volta alla realizzazione, a regime, di un contratto unico con forme di tutela progressiva».
Altri obiettivi: maggiore tutela del lavoro dipendente; sostegno più ampio all’iniziativa privata attraverso facilitazioni per autoimprenditorialità, venture capital e imprenditorialità giovanile; rafforzamento della contrattazione decentrata con il coinvolgimento del lavoratore con l’azienda in modo da legare la retribuzione all’interesse comune della produttività.
Fare business
Sul fronte del sistema imprenditoriale, prevista un’energica azione in materia di miglioramento dell’ambiente di business e di attrazione di capitali esteri attraverso semplificazioni nel rapporto tra imprese e PA (tasse, autorizzazioni, giustizia civile, ecc.) ed un superamento di un sistema “banco-centrico”, grazie al rafforzamento di forme di finanziamento alternative per il credito delle imprese, in particolare per quelle di piccole e medie dimensioni (PMI).
Restituzione debiti PA
Verranno restitutiti i debiti pregressi ed è previsto un meccanismo per evitare nuovi ritardi. Il pagamento degli arretrati sarà completato grazie al finanziamento dello Stato, con impegno alla saldo da parte degli enti debitori. A questo fine vengono stanziati ulteriori 13 miliardi di euro si aggiungono ai 47 già stanziati dai precedenti governi. Inoltre, un nuovo meccanismo consentirà alle aziende di cedere il credito a favore di istituzioni finanziarie. Come è noto, si tratta del Ddl sui debiti PA che permette ai creditori di farsi liquidare il dovuto dalla banca, che si accolla il credito pendente (garantito dalla Cassa Depositi e Prestiti) liberando le aziende dal recupero crediti presso la PA ritardataria
=> Ddl Debiti PA: mai più debiti con le imprese
Andrà a regime anche il nuovo sistema automatico di regolamentazione e monitoraggio dei crediti/debiti, che permetterà di rispettare i tempi di pagamento previsti dalla normativa comunitaria e impedire nuovamente l’accumularsi di arretrati.
Riforme PA
Renzi conferma che in arrivo c’è anche il cosiddetto decreto “Sforbicia Italia” con misure di drastica riduzione dei costi per gli enti pubblici. Arriverà poi il taglio massimo per gli stipendi dei manager pubblici, con un tetto massimo pari a 239mila euro all’anno (lo stipendio del Presidente della Repubblica). E ci sarà una parte dello stipendio dei manager legato all’andamento economico generale del paese, con un meccanismo simile a quello delle stock options nelle aziende private. In vista anche la riforma della Giustizia civile, penale e amministrativa, l’aiuto alla Ricerca e la valorizzazione del percorso scolastico, universitario e formativo dei giovani, anche attraverso il programma Garanzia Giovani.
Spending Review
La riforma della Pubblica Amministrazione dovrà produrre un cambiamento stabile e sistematico dei meccanismi di spesa, con risparmi per circa 4,5 miliardi nel 2014, fino a 17 miliardi per il 2015 per arrivare agli annunciati 32 miliardi nel 2016. I risparmi conseguiti verranno principalmente utilizzati per la riduzione del cuneo fiscale. Il Governo intende istituzionalizzare il processo di revisione della spesa rendendolo parte integrante del processo di preparazione del bilancio dello Stato e delle altre Amministrazioni Pubbliche attraverso indicatori di impatto in grado di misurare l’efficacia e l’efficienza della spesa. Infine, avanti con le privatizzazioni: valorizzazione e dismissione di alcune società sotto controllo statale e di parte del patrimonio immobiliare, per produrre introiti attorno a 0,7 punti percentuali di PIL all’anno dal 2014 e per i tre anni successivi.
Riforma fiscale
L’attuazione della legge di delega fiscale dovrà definire un sistema più equo, trasparente, semplificato e amico delle imprese, garantendo al contempo stabilità e certezza del diritto.
=>Il Testo della Delega Fiscale
La riduzione del gettito fiscale dovuta al taglio permanente delle tasse per un valore dei circa 10 miliardi l’anno sarà compensata a regime da una riduzione permanente della spesa pubblica di analogo valore. Come noto, il disegno di delega fiscale è stato approvato dal Parlamento, è in vigore dal 27 marzo, e il governo ha ora un anno di tempo per i decreti delegati attuativi sui vari punti della riforma (ad esempio: riforma del catasto, lotta all’evasione, semplificazioni, compliance fiscale).