Bandi di finanziamento, ricerca di capitali e accesso al credito sono i nodi centrali per le nuove imprese in fase di avvio, ma la strada per creare un ambiente italiano virtuoso e start up friendly è ancora lunga, per quanto gli strumenti ci siano già. Se ne è discusso agli Stati generali dell’ecosistema Start Up italiano, organizzati a Milano dall’associazione Italia Start up (su 500 associati, annovera 150 start-up, 21 incubatori, 20 aziende, 6 investitori, 8 studi professionali, 300 persone fisiche) per cercare di tradurre in pratica strategie che rendano l’Italia attrattiva sul fronte dell’innovazione.
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Bandi e investimenti
Regione Lombardia, Ministero dello Sviluppo Economico ed esperti del settore hanno presentato programmi e bandi e incentivi per start-up attualmente attivi, mentre il presidente di Italia Start up, Riccardo Donadon, ha sottolineato il ruolo strategico di occasioni come Expo 2015, ideale per attirare talenti e investitori.
Il ruolo delle PMI
Alberto Baban, presidente Piccola Industria di Confindustria, ha poi posto l’accento su un aspetto interessante: poiché le PMI occupano una fetta importante del panorama produttivo italiano, perché non diventare un mercato di sbocco per una start-up? Il ragionamento si basa sullo stesso sistema Italia: tante piccole imprese (realtà frammentata) con scarsa capacità di investimento in ricerca e sviluppo e spesso carenze di professionalità manageriali. Tutti elementi che rendono fertile il terreno per l’incontro fra start-up e PMI: le prime alla ricerca di una exit industriale oltre che finanziaria, le seconde interessate ad accedere al settore dell’innovazione.
Adott Up
Lo sviluppo di un ecosistema di business che coinvolga start-up e realtà industriali è considerato un obiettivo strategico. Confindustria risponde con Adott Up, un programma dedicato alle start-up proprio per avvicinarle al mondo della PMI, formato da aziende che hanno cultura d’impresa e possono offrire competenze e finanziamenti, oltre che rappresentare un ingresso sul mercato. Le PMI, di contro, hanno la possibilità di puntare sull’innovazione e quindi su una leva competitiva che non sempre riescono a valorizzare.
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Stato dell’arte
Quanto al sistema italiano, gli ultimi anni hanno visto molte novità normative, a partire dalla legge sulle start up innovative. Come sottolineato da Donadon, «i giovani che oggi vogliono mettere in piedi un’impresa innovativa iniziano ad avere un percorso più semplice a livello normativo e burocratico». Ma anche il mondo delle imprese consolidate deve «sostenere questi giovani imprenditori e rendere consapevole l’intero sistema economico dell’importanza dell’innovazione».