Un Fondo salva banche europeo (Single Resolution Fund) e una nuova Autorità UE che decida su salvataggi o fallimenti degli istituti di credito: sono le basi dell’accordo Ecofin che segna un nuovo e decisivo passo verso l’Unione Bancaria Europea. L’intesa passa ora al Parlamento di Strasburgo per poi tornare all’Ecofin. Il nuovo meccanismo di supervisionedella stabilità del sistema bancario segue di poco l’intesa sulla vigilanza unica bancaria, operativa dal settembre 2014. Dunque, si prosegue nella costruzione di quelli che molti chiamano Stati Uniti d’Europa.
Il Fondo SRF
Un «risultato storico», per il ministro Saccomanni, che mette al riparo il sistema sventando «il rischio di una nuova Lehman Brothers». «Finisce l’era dei salvataggi bancari massicci e dei conti pagati dai contribuenti», aggiunge il commissario Michel Barnier, secondo cui l’accordo «porterà stabilità finanziaria e migliori condizioni di finanziamento all’economia reale». Il Fondo salva banche (SRF), separato dal Fondo salva Stati (ESM), è finanziato dalle banche stesse con 55 miliardi di euro e formato da compartimenti nazionali, destinati a unirsi in un unico fondo.
- Nel periodo transitorio (10 anni), le operazioni di salvataggio saranno finanziate a livello nazionale prima dal fondo e poi da prestiti statali (come avvenuto con Grecia, Irlanda, Spagna…).
- Una volta a regime, tendenzialmente, nel 2025, il fondo unico provvederà autonomamente a finanziarsi.
Il meccanismo SRM
Il fondo è parte integrante di un meccanismo di risoluzione (SRM – Single Resolution Mechanism), che dovrebbe entrare in funzione entro il primo gennaio 2015. Prevede una nuova autorità alla quale spetteranno le decisioni sull’eventuale fallimento di una banca in crisi. Un board (un executive director, quattro consiglieri e i rappresentanti delle autorità nazionali) è chiamato dalla BCE (Banca Centrale Europea) a deliberare entro 24 ore sull’entità del salvataggio, in base al quale può essere necessaria una maggioranza qualificata per l’approvazione.