Aumento IVA: l’impatto sull’economia

di Barbara Weisz

19 Settembre 2013 11:00

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IVA in Italia, la più cara d'Europa: calcoli e stime sugli effetti dell'aumento dell'aliquota al 22% su consumi, prezzi, lavoro, imprese, reddito e gettito.

Non è una sorpresa il coro di proteste all’aumento IVA al 22% dal primo ottobre, vera e propria tegola per e PMI: a rafforzare il concetto intervengono le drammatiche stime di Confcommercio sulle ricadute economiche, in particolare su consumi, prezzi, reddito e imposizione fiscale, considerando – come ricorda la Cgia di Mestre – che l’IVA in Italia sarà così la più alta d’Europa (leggi: marcia indietro sulla proroga). Conti alla mano, a pagare saranno le famiglie a basso reddito.

IVA a confronto

L’Italia condivide con Belgio, Spagna e Olanda il primato dell’aliquota IVA più elevata d’Europa (21%). Seguono l’Austria al 20%, Francia al 19,6% e Germania al 19%. Il rincaro al 22% ci regalerà il podio. Per recuperare i 4 miliardi necessari al congelamento nel 2014 dell’aliquota, il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi propone di ricorrere ai 10-12 miliardi di euro di cofinanziamenti interni dedotti dall’utilizzo dei fondi strutturali, tesoretto creatosi dopo l’uscita dal mirino di Bruxelles.

L’impatto sull’economia

Calcolando l’incidenza sullo stipendio netto annuo, l’aumento peserebbe in particolare sulle retribuzioni inferiori e, a parità di reddito, sui nuclei familiari più numerosi, spiega la la Cgia. Rincara la dose Confcommercio, che ritiene l’aumento Iva «esiziale per famiglie e imprese già stremate da una crisi senza precedenti, compromettendo la ripresa dei consumi e il conseguente consolidamento del quadro economico». Vediamo le stime.

  • Consumi. Il 2012 si era chiuso con un drastico -4,3% e le stime 2013 prevedono un -2,4%. L’aumento IVA  produrrebbe un’ulteriore -0,1% a parità di condizioni, incidendo in particolare sulle spese di dicembre, mese fondamentale per i commercianti, dal quale più che mai quest’anno si attendono segnali di ripresa.
  • Prezzi. Si stima fra ottobre e novembre un +0,4% per l’effetto scalino, con un impatto destinato a prolungarsi nel 2014. Già il 2012 era stato l’anno peggiore della storia repubblicana, anche per l’incremento IVA (nel settembre 2011), ora si ripeterebbe lo stesso errore-
  • Gettito fiscale: come già accaduto quando l’aliquota è aumentata dal 20 al 21%, è inevitabile la contrazione della domanda, che porterebbe anche una riduzione del gettito IVA atteso.
  • Occupazione e imprese: calo dei consumi significa calo della produzione e riduzione dell’occupazione, quantificabile in 10mila posti di lavoro. E per le imprese già alle prese con tasse fra le più alte al mondo e il con il ritardo dei pagamenti della PA, un’ulteriore contrazione della domanda significherà nuove chiusure d’azienda.
  • Redditi: Vittime dell’auemento saranno soprattutto le famiglie a basso reddito: la pressione IVA (rapporto tra quella pagata ed il reddito) al 10,5% per il 20% di famiglie più povere, mentre per il 20% di famiglie più ricche sarebbe del 7,5% (il 30% in meno).