Primi dati positivi per l’economia italiana a compensare le fosche prospettive di ripresa dalla crisi: l’Italia sarà l’unico paese del G7 a chiudere il 2013 in recessione (-1,8% le stime OCSE), ma il Centro Studi di Confcommercio registra per la prima volta in due anni una svolta sui consumi all’insegna della stabilità su base mensile e trimestrale. Il premier e il ministro dell’Economia da San Pietroburgo esprimono dunque fiducia.
G20
«È il primo G20 che si svolge senza che l’Italia sia il sorvegliato speciale, per me è fonte di grande soddisfazione e vorrei che tutti in Italia ne fossero consapevoli e convinti di quanto questo sia un fatto importante» sottolinea il presidente del Consiglio Enrico Letta alla conferenza stampa successiva all’incontro con Valdimir Putin. Il riferimento è all’uscita dell’Italia dalla procedura europea per deficit eccessivo da maggio scorso. Aggiunge Fabrizio Saccomanni: i «dati negativi diffusi dall’Ocse sono di valenza retroattiva, estrapolano dalla prima parte dell’anno», mentre ora «il processo di ripresa dell’economia italiana è in corso», il paesa sta «uscendo dalla fase di recessione» e c’è «tutto l’interesse che questo si consolidi».
Dati Ocse e Confcommercio
Anche se l’Italia è l’unica fra le grandi economie a presentare ancora un PIL negativo, la tendenza è positiva: dal -2,2% del primo trimestre il paese è passato al -1% del secondo trimestre, al -0,4% per il periodo in corso e al -0,3% relativo a ottobre-dicembre. I segnali di ripresa ci sono, dunque, e se Saccomanni cita quelli sulla produzione industriale (+0,3% in giugno secondo Eurostat), ora arrivano quelli sui consumi, dopo anni di estrema debolezza del mercato interno (che penalizza moltissime aziende, partendo dalle piccole imprese che spesso non sono proiettate sui mercati internazionali). A luglio -2% sull’analogo mese 2012, ma variazione nulla rispetto a giugno e stabilità anche in termini di media a tre mesi. Quest’ultimo è il dato maggiormente positivo (non succedeva dal 2011). Gli analisti di Confcommercio ritengono che «all’inizio dell’estate, l’economia italiana abbia raggiunto il punto di minimo del ciclo economico», ma attenzione: «la fine della riduzione dei consumi non delinea automaticamente un profilo di ripresa a breve termine».
Stime di ripresa
Nell’immediato non si prevede «una fase di ripresa dell’economia con effetti rilevanti sull’occupazione, sui redditi e di conseguenza della domanda» per consumi». Fra l’altro, ci sono settori molto importanti ancora in forte crisi, come gli alimentari e l’abbigliamento.
Sintetizza Mariano Di Bella, direttore del Centro Studi: «possiamo dire con una certa fiducia che il crollo dei consumi è finito o almeno sembra finito», ma «questo non autorizza a ritenere che la ripresa sia dietro l’angolo». I segnali sono ancora troppo timidi e il messaggio che Confcommercio lancia, prevedibilmente, è alla politica e riguarda la richiesta di non aumentare l’IVA ad ottobre ( => segui il dibattito sull’aumento IVA). Il seme della ripresa c’è, prosegue Di Bella, ma ora «dobbiamo fare in modo che germogli» e se dal primo ottobre aumenta l’IVA, significa che «invece di inaffiare questa pianta, la vogliamo distruggere». Le decisioni, su IVA e non solo, verranno prevedibilmente prese nell’ambito della prossima Legge di Stabilità, su cui proprio in questi giorni si apre il dibattito fra governo e parti sociali (approfondisci le richieste di Confindustria e sindacati), con queste ultime che spingono sulla crescita trovando comunque una sponda positiva nell’Esecutivo. Anche dal G20, il ministro Saccomanni insiste sulla necessità di «rafforzare le iniziative nazionali e internazionali per mettere ancora piu’ enfasi sui programmi di crescita, con l’obiettivo di ridurre la disoccupazione».