Non sono poche le proposte che Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio ha rivolto al Governo – chiedendo di «agire con tempestività e agire in profondità» – in occasione dell’assemblea generale dell’associazione di PMI, durante la quale sono stati forniti nuovi, impietosi numeri sulla crisi e le difficoltà delle imprese. Ecco le richieste:
- niente aumento IVA a luglio,
- meno tasse per le imprese e deducibilità IMU da reddito d’impresa ed IRAP,
- rilancio dell’occupazione e semplificazioni grazie alla Spending Review.
In tema di aumento IVA, sono state però deludenti le prime risposte: il Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ha infatti gelato la platea dichiarando: «Vorrei essere qua per dire che non aumenteremo l’IVA» ma «al momento non lo posso fare» (leggi le ipotesi allo studio).
I numeri della crisi
Tasse. Il 2013 vede il record assoluto di giorni lavorativi necessari per pagare tasse, imposte e contributi: 162 giorni contro i 130 della media europea (-24% rispetto all’Italia). Ogni azienda italiana dedica l’equivalente di 269 ore di lavoro l’anno ad adempimenti fiscali (85 in più della media Ue ed Efta). Per non parlare delle PMI, che hanno un onere annuo di 10 miliardi (50% in più della media Ue).
Redditi. Il tutto, in un contesto generale che vede il reddito pro-capite italiano sceso dell’11% rispetto a quello della Germania e del 5% rispetto alla Francia. La dinamica di redditi, Fisco, bassa produttività e inflazione ha comportato dal 2007 ad oggi una perdita di potere d’acquisto pari a 3mila400 euro a famiglia.
Lavoro e Consumi. Il disagio occupazionale riguarda nove milioni di persone, nel solo primo trimestre 2013 hanno chiuso i battenti più di 40mila imprese e i consumi sono tornati ai livelli del 2000.
=>Leggi l’analisi Confcommercio sulla ripresa in Italia, che slitta al 2014
Interventi immediati
- Aumento IVA: evitarla perchè l’impatto «sarebbe benzina sul fuoco della recessione».
- Investimenti pubblici qualificati e privati: da rilanciare, ad esempio sbloccando il cofinanziamento di parte nazionale dei fondi strutturali europei, che consentirebbe di mettere in campo 30 miliardi di euro.
- Mezzogiorno, più risorse, anche puntando sul Turismo e sul Made in Italy.
- Debiti PA: dopo i 40 miliardi già sbloccati (vai allo speciale), serve ora saldare tutti gli arretrati.
- Credito: riduzione dei costi sulla moneta elettronica, potenziamento del ruolo del Fondo centrale di garanzia e del sistema dei consorzi fidi, facilitazioni per i bond delle PMI.
- Deducibilità IMU utilizzando i risparmi della Spending Review: non solo dal reddito d’impresa (leggi di più), ma anche dall’IRAP.
- Lavoro: rivedere le restrizioni della Riforma Fornero sulla flessibilità in entrata, abbassare il costo del lavoro, soprattutto dell’apprendistato. C’è anche un passaggio sul rinnovo del contratto del Terziario, in scadenza a fine anno, che si rivolge in particolare ai sindacati, per una collaborazione intraprendente.
=> Confronta con la ricetta anticrisi di Confindustria
Interventi strutturali
La richiesta di agire in profondità parte da due considerazioni di base: il Terziario è l’unico settore che negli ultimi dieci anni ha creato qualcosa come 900mila posti di lavoro, e il tanto bistrattato mercato interno italiano vale l’80% del PIL. Per Sangalli, la «logica e fondamentale» conseguenza di questi dati è che si facciano scelte per rafforzare produttività e competitività delle imprese.
I focus: Turismo, Expo 2015, Smart City, Innovazione, Green e Digital Economy e lotta a contraffazione e abusivismo.
______
all’assemblea generale di Confcommercio