Non solo siamo «nel pieno di una seconda recessione», ma stando alle previsioni il trend «durerà tutto l’anno»: è l’allarme del ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, in audizione alla commissione Bilancio della Camera.
Nel suo intervento Passera affronta il tema della crisi economica e dedica particolare attenzione, in diversi passaggi, alle PMI e ad alcuni dei temi che maggiormente le coinvolgono: crescita delle imprese, credit crunch e ritardo nei pagamenti dalla PA.
Recessione
Il quadro generale che il ministro ha delineato è pieno di luci e ombre. Innanzitutto, la recessione: come è noto, tutte le principali stime macroeconomiche degli ultimi mesi (italiane e internazionali) vedono un’inversione di tendenza nella seconda parte dell’anno, e un 2013 all’insegna di una crescita modesta.
Ma resta il fatto che le previsioni 2012 vedono un PIL negativo. E se il ritorno a una crescita positiva sarà probabilmente aiutato dal miglioramento della situazione internazionale, in particolare della crisi del debito europea, bisogna anche «agire sulle ragioni strutturali della non crescita».
L’obiettivo deve essere quello di pensare a una «crescita sostenibile dal punto di vista finanziario e non basata sul debito», invertendo una tendenza che «non solo non crea posti di lavoro ma rischia di creare ulteriori problemi».
Semplificazioni
È importante continuare a lavorare sulle semplificazioni.
Il Governo presta particolare attenzione alle famiglie e alle imprese, anzi alle PMI: «l’idea è di presentare ogni 2-3 mesi un pacchettone che tocchi la vita delle famiglie ma soprattutto delle imprese, e in particolare delle PMI.
Cento miliardi di indebitamento delle PMI sono un onere enorme, bisogna risolverlo con obiettivi di finanza pubblica e in tempi più veloci di quelli previsti dall’Unione Europea».
Accesso al credito
Ci sono anche una serie di passaggi che toccano da vicino alcune delle questioni più urgenti, per l’economia in generale e per le PMI in particolare, che da mesi soffrono per le sempre maggiori difficoltà di finanziarsi.
Quello dell’accesso al credito «è diventato un super-tema perché si è concentrata una serie di cause gravi: mancanza di liquidità, aumento delle sofferenze, regole bancarie che hanno tolto altro capitale alle banche».
Ritardo nei pagamenti dalla PA
E poi ancora, la questione dei ritardi dei pagamenti dalla Pubblica Amministrazione e qui c’è un impegno preciso: il Governo nell’arco dei prossimi 12 mesi punta a restituire alle imprese almeno la metà dei 50-60 miliardi di euro di debiti dalla pubblica amministrazione.
Il problema dello scaduto, fra l’altro, è più ampio, in totale sono circa 100 miliardi se ai ritardi della PA si aggiungono i circa 40 miliardi di mancati pagamenti fra le imprese.
Infrastruture
Poi ci sono altri temi, come quello delle infrastrutture, con l’obiettivo di far partire nei prossimi 12 mesi 40-50 miliardi «di lavori indirizzati e il più possibile avviati».
Competitività
Dunque, la crisi è seria, ma l’Italia è impegnata a lavorare per uscirne recuperando competitività. E su questo il ministro offre una puntualizzazione che va nel senso della positività: «non credo che siano veramente rappresentative queste classifiche che ci pongono all’ottantesimo o novantesimo posto nella attrattività».
Certo, «non siamo tra i Paesi capaci, dal punto di vista fiscale, amministrativo, della interlocuzione con la Pubblica amministrazione di attirare investimenti dall’estero» e quindi «ci proponiamo di dimostrare nel corso dei prossimi mesi, anche a livello di World Bank, dove si concentra il confronto tra Paesi, che l’Italia è più attraente di quanto si pensi».