Milano fra le città leader dell’innovazione in Europa aspira a diventare capitale europea dei brevetti: la candidatura del capoluogo lombardo come sede del Tribunale Europeo dei Brevetti è stata lanciata dalla Camera di Commercio e subito fatta propria dal Comune di Milano, forte di una posizione di primo piano della città della Madonnina, già oggi nella top ten europea dei brevetti.
La creazione di un sistema giurisdizionale europeo in materia di brevetti è certamente di interesse per le imprese, anche per colmare un gap competitivo: in Europa il costo che un’impresa deve sostenere per un brevetto è circa 13 volte superiore che negli Stati Uniti).
Dunque, uno strumento utile a promuovere quell’innovazione che è uno dei più interessanti volani di crescita per le aziende, a patire dalle Pmi. Il recente report di Intesa SanPaolo sull’andamento dei distretti industriali 2011 dimostra come l’innovazione, legata alla capacità di internazionalizzare, siano uno degli elementi fondamentali della crescita delle Pmi dei distretti e rappresentino una delle più interessanti tendenze in corso.
Fra l’altro, anche le indagini della Commissione di Bruxelles dimostrano come quello dell’innovazione sia un terreno su cui l’Europa può e deve muoversi meglio, a maggior ragione in un periodo di crisi, caratterizzato dalla necessità di un notevole rigore sul fronte dei bilanci, che può essere utilmente controbilanciato da opportune politiche per la crescita.
Le capitali europee dei brevetti
Partiamo dall’indagine che la Camera di Commercio di Milano ha fatto sulle capitali europee dei brevetti. Milano, prima in Italia con un quarto dei brevetti depositati nel paese nel 2011 (70mila le domande su scala nazionale, in calo dell’1,2% rispetto al 2010), è settima in Europa.
Al primo posto si posiziona Monaco di Baviera, seguita dalla francese Hauts de Seine. Al terzo posto torna la Germania con Berlino, quindi l’olandese Brabant, poi Parigi, sesta la francese Isere e finalmente Milano. Fra le prime 30 città dell’innovazione, posizionate in graduatoria per numero di brevetti, ci sono altre due italiane: Torino, 13esima, e Bologna, 24esima.
Tornando alla top ten, all’ottavo posto troviamo la svedese Stoccolma, e poi altre due tedesche, Ludwigsburg e Stoccarda. In genere, la classifica è dominata dalla Germania, con 10 città su 30, seguita dalla Francia.
Nella classifica europea per brevetti tecnologici, Milano è dodicesima, e fra le prime trenta c’è anche Roma, 22esima.
Il Tribunale europeo dei brevetti
Anche grazie a questi posizionamenti Milano si propone come sede del Tribunale di prima istanza in materia brevettuale, affiancando la candidatura a quelle di Monaco, Parigi e Londra. La Corte europea dei Brevetti è un nuovo organismo che avrà competenze sui brevetti che inventori e imprese italiani vorranno tutelare in Europa: l’Italia partecipa come parte contraente ai negoziati per la definizione del trattato costitutivo di questo tribunale. Come detto, si tratta di creare un sistema che promuove e tuteli l’innovazione a livello europeo anche nel senso della riduzione dei costi per le aziende.
Della candidatura di Milano si è parlato nel corso del Forum sulla Proprietà intellettuale organizzato a Milano dalla Camera di Commercio, con un particolare focus proprio sulle micro, piccole e medie imprese. Il Comunque di Milano appoggia la candidatura, nella convinzione che questo possa «rappresentare un elemento importante di competitività» per rendere la città un «punto di attrazione professionale a livello internazionale nei settori legati all’innovazione».
Innovazione, l’indagine Europea
E concludiamo, dopo aver visto i dati elaborati dall’indagine della Camera di Commercio, con quelli relativi all’innovazione presentati invece dalla Commissione Europea.
Il Quadro valutativo dell’Unione dell’innovazione 2011 vede migliorate le prestazioni di quasi tutti gli Stati Membri. Ma la crescita è in rallentamento, e l’Europa non riesce a colmare il divario sui leader globali dell’innovazione, che sono Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud, relativo soprattutto all’innovazione nel settore privato. L’Europa resta in netto vantaggio rispetto alle economie emergenti di Cina (che però è in crescita su questo fronte), Brasile, India, Russia e Sud Africa.
Secondo questo indagine, bisogna dirlo, l’Italia non è ben posizionata in Europa, è nella seconda metà della classifica fra i 27 partner di Bruxelles, fra gli “innovatori moderati“. Al top della graduatoria ci sono Svezia, Danimarca, Germania e Finlandia.
È importante sottolineare come le differenze maggiori fra l’Europa e il contesto internazionale riguardino la categoria “Attività delle imprese“, nell’ambito della quale l’UE-27 è in ritardo in termini di spesa delle imprese per attività di R&S (ricerca e sviluppo), co-pubblicazioni pubblico/privato e, rispetto agli Stati Uniti, sistemi di ricerca eccellenti e attrattivi.
E non è un caso se i Paesi invece in cima alla classifica europea dell’innovazione siano caratterizzati da solidi sistemi nazionali di ricerca e di innovazione in cui l’attività economica e la collaborazione fra pubblico e privato rivestono un ruolo essenziale. Finlandia, Svezia, Danimarca e Germania riportano risultati molto positivi per quanto riguarda la spesa, inclusa quella delle imprese, per le attività di ricerca.