Ci sono una serie di iniziative mirate per le PMI nel Piano per il Made in Italy da 260 milioni per il quale il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha appena firmato il decreto attuativo. Si tratta di un piano per il triennio 2015-2017, inserito nello Sblocca Italia (Dl 133/2014) e finanziato con la Legge di Stabilità 2015, per il quale ora arriva il decreto attuativo. L’obiettivo è quello di valorizzare e promuovere il Made in Italy nel mondo, approfittando anche di un evento delle potenzialità di EXPO 2015, che parte il prossimo 1 maggio 2015.
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Obiettivi fondamentali: incrementare le esportazioni di 50 miliardi ogni anno per il triennio, trasformare le aziende potenziali esportatrici in esportatrici abituali. Queste ultime sono attualmente 200mila, è individuato un ulteriore bacino potenziale di 70mila imprese, il Piano per il Made in Italy mira a incrementare il numero degli esportatori abituali di almeno 20mila unità. Ancora: attirare investimenti esteri in Italia (almeno 20 miliardi di dollari di flussi aggiuntivi), cogliere le opportunità offerte dall’incremento della classe media nei paesi emergenti (stimata in circa 800 milioni di persone nei prossimi 15 anni, tutti potenziali consumatori del Made in Italy).
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Le misure per le PMI del Piano per il Made in Italy
Per raggiungere questi obiettivi, si prevedono misure di stimolo particolari per le PMI, che rappresentano la spina dorsale del Made in Italy e delle sue eccellenze. Ecco quali sono gli intereventi a favore delle PMi previsti dal Piano:
- potenziamento grandi eventi fieristici nazionali;
- promozione a sostegno dell’ingresso nei mercati esteri dei prodotti italiani senza brand internazionali, in collaborazione con le principali catene distributive mondiali;
- comunicazione: strategia d’attacco per i mercati prioritari con una campagna intensiva di sensibilizzazione e di advertising tramite i media tradizionali e quelli più innovativi (social network e blog);
- segno distintivo unico dell’agroalimentare italiano e altri interventi in occasione di Expo 2015;
- valorizzazione delle produzioni di eccellenza;
- attività promozionali ad ampio raggio, soprattutto in favore delle produzioni agricole ed agroalimentari, anche a tutela dei marchi e delle certificazioni di qualità ed origine;
- comunicazione contro l’Italian Sounding in sinergia con i consorzi di tutela e le associazioni di produttori agroalimentari e vitivinicoli DOP ed IGP, per contrastare i fenomeni di falso Made in Italy;
- roadshow, in collaborazione con associazioni imprenditoriali e Camere di commercio, per diffondere fra le PMI la conoscenza degli strumenti a sostegno dell’internazionalizzazione, anche predisponendo specifici percorsi formativi, con particolare attenzione alle aziende potenzialmente idonee che non hanno ancora affrontato la competizione internazionale;
- formazione e utilizzo di Temporary Export Manager per favorire l’acquisizione di competenze manageriali internazionali delle PMI;
- supporto all’e-commerce per favorire l’accesso alle piattaforme digitali.
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I mercati esteri del Piano
Le missioni internazionali e le varie attività di stimolo si indirezzeranno prevalentemente verso i seguenti mercati:
- USA e Canada: interventi destinati alle aree provinciali più dinamiche, in cui finora le azioni promozionali sono state meno estese e meno incisive, in considerazione delle potenzialità di allargamento delle nostre quote di mercato;
- Cina: azioni che sfruttino la crescita molto dinamica di questo mercato;
- Giappone: consilidamento delle solide relazioni economiche che l’Italia ha da molti anni;
- Paesi del Golfo: economie che hanno subito minori contraccolpi della crisi economica mondiale;
- Africa sub sahariana: Congo, Etiopia, Mozambico, Angola;
- Asia centrale: Azerbaijan e Kazakistan, per il valore strategico e i progetti infrastrutturali varati dai rispettivi Governi;
- Paesi dell’Alleanza del Pacifico: Messico, Colombia, Perù e Cile dove si svolgeranno le prossime missioni istituzionali;
- Cuba, per le recente apertura ai commerci internazionali;
- Sud est asiatico: Vietnam, Malesia e Indonesia, in vista della costante espansione dei rispettivi mercati.
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Attrazione investimenti
Una mappa globale che le PMI interessate all’espansione su nuovi mercati dovrebbero quindi tenere d’occhio nelle iniziative di internazionalizzazione. Come detto, c’è poi l’esigenza di rendere l’Italia (e le sue imprese) sempre più attrattiva per gli investimenti dall’estero. Anche al servizio di questo obiettivo il Piano per il Made in Italy predispone roadshow mirati (presentazione opportunità paese, assistenza tecnica agli operatori esteri e al radicamento sul territorio), prevede il rafforzamento della struttura dedicata all’interno dell’ICE, l’istituto per il commercio estero (sistema di Customer Relationship Management per gli investitori esteri, piattaforma di condivisione delle informazioni sulle opportunità di investimento in Italia, database degli investitori internazionali, formazione del personale), creazione di un “desk investimenti“, che farà il primo roadshow globale “Invest in Italy” in raccordo con il MAECI, toccando le più importanti piazze finanziarie del mondo.
In generale è in corso un rafforzamento dell’ICE anche a supporto delle PMI: fra gli obiettivi, una ExImBank, con l’obiettivo di stimolare i servizi finanziari per export e import destinati in particolare alle PMI (l’iniziativa è allo studio del Parlamento).