L’economia dell’eurozona ha continuato a registrare dati negativi negli ultimi mesi, la crescita è rimasta sotto l’1%, e l’aumento dei prezzi (inflazione) è divenuta negativa a Dicembre, con un tasso del -0.2%. Questa è la prima volta che entra in deflazione dalla crisi finanziaria dell’Ottobre 2009. Se il lancio del quantitative easing (QE) non è stato ancora annunciato ufficialmente, in un’intervista all’inizio del mese il Presidente della BCE, Mario Draghi, aveva confermato che nel corso del prossimo meeting di politica economica a Francoforte, previsto per il 22 Gennaio, sarebbero state prese le misure necessarie.
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La scorsa settimana la Corte Europea di Giustizia ha approvato il piano anti-crisi della BCE: Pedro Cruz Villalon, avvocato generale della Corte Europea di Giustizia, ha definito compatibile con la legislazione europea lo schema di acquisto di bond proposto e approvando, nella pratica, le misure di QE anticipate dal Presidente Draghi. Essendo stato superato l’ultimo ostacolo legale ci aspettiamo un annuncio significativo dal meeting della BCE domani.
Quantitative easing
In normali circostanze, quando l’inflazione diviene troppo bassa (ad esempio quando si distacca troppo dal limite ottimale fissato al 2%), la banca centrale abbassa i tassi d’interesse al fine di stimolare l’economia. Tuttavia, in circostanze particolari quando il tasso non può essere abbassato ulteriormente, la banca centrale può immettere liquidità nell’economia attraverso l’acquisto di risorse creando valuta elettronica. L’acquisto di bond sovrani ha un duplice effetto: l’impatto diretto è la diminuzione dei tassi d’interesse per i paesi ai quali vengono acquistati i bond; l’impatto indiretto, definito “effetto di portfolio”, è di ridurre la quantità dei beni ad elevata sicurezza disponibili agli investitori privati e, quindi, spingerli verso l’assunzione di rischi superiori per ottenere profitti maggiori come investimenti in equity, azioni e (possibilmente) assunzioni.
Le previsioni
Vi è un largo consenso sul lancio del QE nel meeting della BCE di domani. Vi sono, tuttavia, due maggiori incertezze sul mercato delle valute (FOREX):
- La quantità generale di bond acquistati. La maggior parte degli analisti si aspettano una figura tra il 500-600 miliardi di euro. Tutto ciò che sarà inferiore a questa cifra risulterà essere una delusione per i mercati, e metterebbe in dubbio la volontà della BCE di espandere il proprio bilancio a 3 trilioni di euro, come affermato in modo implicito precedentemente. In uno scenario positivo, un impegno ad acquistare senza limiti finché l’inflazione rimarrà inferiore all’obiettivo designato del 2%, sarebbe interpretato positivamente come un segno d’impegno da parte della BCE ad arrestare la minaccia della deflazione e terrebbe a galla l’euro nel breve periodo.
- Le concessioni ottenute dalla Bundesbank per non opporsi al piano. Diversi giornali hanno pubblicato articoli sull’assenza di un “rischio di condivisione”, come ad esempio, che l’acquisto di bond avverrebbe attraverso le rispettive banche nazionali, piuttosto che direttamente dalla BCE. Mentre questo potrebbe avere un leggero impatto immediato, sarebbe interpretato come un’assenza di volontà da parte della Germania di impegno nella moneta comune, e porterebbe i mercati ad interrogarsi, ancora, sul futuro dell’eurozona. Questo risultato porterebbe probabilmente ad ulteriori perdite dell’euro.
I livelli d’incertezza, l’importanza della decisione ed il bassissimo consenso sull’euro, sono tutte garanzie di un’estrema volatilità dei mercati nella giornata del 22 gennaio.
Analisi fornita da Ebury.