Addio al segreto bancario su conti correnti, dividendi e interessi, in nome dell’Unione fiscale europea e regole più stringenti sulla tassazione dei proventi delle imprese e delle loro filiali, al fine di contrastare pratiche di elusione ed evasione fiscale cross-border: è il risultato del vertice Ecofin del 9 dicembre, dopo la riunione dell’Eurogruppo che ha valutato le manovre finanziarie 2015 degli Stati di Eurolandia compresa la Legge di Stabilità italiana.
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Stop al segreto bancario
Lo scambio automatico di informazioni fra Stati Membri della moneta unica è esteso a conti correnti, interessi, dividendi e altri benefici che derivano da attività finanziarie. Un provvedimento salutato da più parti come l’abolizione definitiva del segreto bancario nella UE, in discussione da tempo ma sul quale si incontrava l’opposizione di paesi come Lussemburgo e Austria. L’accordo prevede che lo scambio di informazioni prenda il via entro il settembre 2017.
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La norma approvata è in linea con le direttive OCSE sui nuovi standard fiscali e di pone come obiettivo quello di evitare pratiche elusive che riducano le entrate fiscali degli Stati, favorendo la trasparenza sulle informazioni bancarie e finanziarie.
Nuova fiscalità UE
Allo scopo di evitare politiche fiscali particolarmente aggressive da parte delle imprese, in particolari le grandi multinazionali (es.: trasferimento di profitti da una società all’altra con l’unico scopo di pagare le tasse nei paesi in cui la fiscalità è più favorevole) sono state poi previste nuove regole per società madri e loro filiali. La direttiva modifica la Legge europea 2011/96/EU, pensata per evitare la doppia tassazione alle grandi imprese con filiali in più Stati ma sovente utilizzata per mettere in pratica politiche fiscali “furbe”.
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Emblematico, e probabilmente decisivo per l’accelerazione dell’accordo europeo, il recente caso Luxleaks, che ha visto coinvolto lo stesso presidente della commissione UE, Jean-Claude Juncker, relativo ad accordi fiscali particolarmente favorevoli del Lussemburgo per alcune grandi società. L’accordo Ecofin impone agli Stati Membri di mettere a punto direttive nazionali anti-evasione sulla fiscalità delle multinazionali entro il 2015. Si tratta di un accordo che va incontro, fra le altre cose, alla necessità di eliminare politiche fiscali dannose per le PMI.
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Tobin Tax
Un rallentamento si registra invece sull’introduzione della Tobin Tax europea, l’imposta sulle transazioni finanziarie di cui si discute da tempo: l’accordo sulla cooperazione rafforzata, che dovrà portare alla Tobin Tax in 11 paesi UE fra cui l’Italia (che comunque ha già una norma in materia), è stato rinviato al 2015.
Finanziamenti UE 2015
Il Bilancio europeo 2015 è stato approvato con una dotazione di 141,2 miliardi, a cui si aggiungono 3,2 miliardi per pagare gli arretrati 2014. Il bilancio prevede infatti un aumento dei fondi per i programmi Horizon 2020 (Ricerca e Innovazione) ed Erasmus (giovani imprenditori). L’accordo, ha spiegato il Ministro dell’Economia Padoan, consente di:
«pagare le bollette arretrate, salvaguardare i bilanci dei paesi membri e trovare risorse per il rilancio della crescita».
Avanti anche sul Piano Juncker per rilanciare gli investimenti: ci sono già 2mila richieste di finanziamento per un totale di 1.300 miliardi di euro, a fronte di una dotazione del fondo investimenti di 315 miliardi. La selezione (circa 90 i progetti italiani, per circa 87 miliardi di euro) partirà entro metà 2015 e sarà effettuata da commissione UU, BEI e Stati Membri.
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L’intesa dovrà essere approvata da Parlamento di Strasburgo e dal Consiglio Europeo. Ogni paese contribuisce in base al proprio peso nel PIL comunitario.