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Legge di Stabilità, prime anticipazioni

di Barbara Weisz

Pubblicato 16 Luglio 2014
Aggiornato 22 Ottobre 2014 17:03

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Ipotesi di manovra anticipata in estate con bonus di 80 euro ai pensionati e taglio IRAP, ma il Governo smentisce: i conti italiani e le politiche economiche nel più vasto quadro d'Europa, fra crescita e austerity.

Manovra-2015

Alla vigilia delle vacanze estive si parla di manovra anticipata: l’ipotesi di una Legge di Stabilità prima di Ferragosto, avanzata dal Corriere della Sera, è stata smentita dal Governo («destituita di fondamento») ma al di là del balletto di indiscrezioni quanto è probabile che sia necessario anticipare la Finanziaria 2015? Il problema è il seguente: i conti pubblici sono peggiori del previsto soprattutto sul fronte crescita, la sospirata ripresa ancora stenta e il rischio e l’impatto sul rapporto deficit/PIL rischia di riportare il Paese troppo vicino alla fatidica soglia del 3% del Patto UE, facendo scattare la procedura d’infrazione (dalla quale l’Italia è uscita l’anno scorso). Il Governo potrebbe di conseguenza giocare d’anticipo per evitare il rischio di una manovra bis.

=> Le stime del DEF, i conti e l’Europa

Anticipazioni

La partita è complessa e passa anche attraverso i nuovi equilibri europei dopo le elezioni di primavera e il peso che avranno sull’asticella delle politiche fra austerity e crescita.Il Governo italiano sta puntando su queste ultime e le indiscrezioni sulla manovra anticipata vedono confermati gli impegni fino ad oggi presi, a partire da quello di rendere strutturale l’aumento di 80 euro in busta paga (per ora un bonus), estendendolo ai pensionati. Ma si parla anche di misure per allentare la pressione fiscale sulle imprese, magari attraverso un intervento sull’IRAP.
In parole semplici, una manovra espansiva, che sostenga l’economia nel momento in cui fatica ad agganciare la crescita. E che possa essere presentata a Bruxelles entro ottobre-novembre già con qualche risultato, nella speranza che il PIL torni positivo.

Piano d’azione

E’ intorno a questi tempi che il governo Renzi sta giocando la sua partita: l’Italia ha ottenuto il  rinvio in autunno del consueto “esame” sui conti e l’Esecutivo vuole arrivare all’appuntamento con qualche risultato in mano sia per evitare eventuali nuove procedure d’infrazione (malgrado tutto, improbabili), sia (e forse soprattutto) per ottenere dall’Europa il tanto sospirato allentamento sui conti pubblici (ad esempio, tenendo fuori dal Patto di Stabilità una serie di spese per investimenti, come quelle sul digitale).

Come si vede, il nodo centrale è sempre lo stesso: i conti pubblici, le politiche economiche, la linea politica europea. Con un cambiamento di rilievo rispetto agli scorsi anni: il governo italiano è uscito rafforzato dalle urne, il Pd ha ottenuto il miglior risultato elettorale in Europa fra le forze di centro sinistra, che fanno parte della coalizione di governo a Bruxelles (insieme al Ppe) e Renzi è evidentemente orientato a giocarsi fino in fondo questo vantaggio “politico”.

Manovra anticipata

Una manovra anticipata metterebbe al sicuro una serie di riforme (come il taglio del cuneo fiscale), aspettando segnali incoraggianti dall’Europa sul fronte di politiche economiche meno austere e più orientate alla crescita. ma l’ostacolo, coem detto, sono i conti pubblici: il PIL del primo trimestre è sceso dello 0,1%, che vuol dire essere ancora in recessione, e c’è il rischio che il segno più non torni nemmeno nel secondo trimestre (le previsioni oscillano fra -0,3% e +01%). Quindi, potrebbe peggiorare ulteriormente la stima di crescita per l’intero 2014, restando quindi sotto il +0,8% ad oggi previsto. Significa far salire il deficit sopra il 2,6%, avvicinandosi al 3%. Malgrado tutto sembra un’ipotesi improbabile, anche perché lo spread è basso, a tutto vantaggio del costo del debito. Ma fino a quanto la strada della crescita non sarà intrapresa cons sicurezza, i rischi continueranno ad esserci.

Conclusioni

Per concludere, è bene sottolineare due cose. La prima già evidenziata: l’anticipo della Legge di Stabilità è un’ipotesi ufficialmente smentita dal Governo. La seconda all’insegna dell’ottimismo: il discorso del neo presidente della commissione UE, Jean Claude Juncker, davanti al Parlamento di Strasburgo non ha tralasciato le politiche per la crescita. Juncker ha parlato di un pacchetto fino a 300 miliardi di investimenti nell’economia reale per sostenere occupazione, ripresa e investimenti. Ha anche posto l’accento sul piano Garanzia Giovani, proponendo di innalzare l’età per accedervi. C’è poi un impegno a favore delle PMI, per ridurre la burocrazia con l’obiettivo di far fruttare velocemente gli investimenti a sostegno della competitività.

=> Le richieste delle PMI italiane all’Europa: crescita e competitività

Ma il Patto di Stabilità, al momento, per Juncker non si tocca: la partita politica, in Europa, è iniziata.